La domanda che conta per
Già.
Chi sei tu, Gesù, alla cui parola obbediscono vento e mare, ma che gli esseri umani non ascoltano, non capiscono e, spesso, anche rifiutano?
Chi sei Gesù, sposo, Signore, maestro, amico, addormentato a poppa sopra un cuscino trovato?
Ma noi stiamo nella tempesta e nella bufera e ci chiediamo, spesso anche più o meno sinceramente indignati, perché dormi, visto che abbiamo urgente bisogno di te.
Gesù, perdonaci, ma siamo sempre e ancora nella tentazione dei tuoi amici, tentazione per noi molto più ingiustificata che per loro, i tuoi primi discepoli. Perché noi abbiamo i Vangeli e la tradizione ricchissima delle testimonianze, vitali e operativa, della tua presenza nelle nostre storie di vita. Loro non ce l'avevano; loro erano appena al'inizio della pratica e della conoscenza del tuo amore.
«Maestro, non t'importa che siamo perduti?».
Aiutaci, Gesù, ad ascoltarti come Parola di Dio e regno di Dio che si costruisce tra noi con fatica, pazienza, felicità, con amore e libertà. La libertà di amare e farsi amare che è la realtà intima di Dio immenso genitore presente, lo strumento, l'insegnamento, la pratica di salvezza che ci viene regalata dal suo amore Dio ogni giorno delle nostre vite.
Ascoltiamo e accogliamo la tua vita Gesù, lasciamo pure che tu dorma nella parte che vuoi del nostro cuore, senza occuparti minimamente delle tempeste che agitano e sembrano sconvolgere le nostre vite. Siamo semplicemente affidate e affidati a te, che ci ami e ti occupi di noi anche quando dormi.
"In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».".
Le nostre bufere non ti preoccupano.
Dormi "in santa pace",e mai frase tradizionale e popolare è più azzeccata di questa per descriverti in questo vangelo di Marco. Dormi in santa pace nonostante il caos e la confusione che regnano attorno a noi e in noi, dove ci sembra che le forze del buio e delle tenebre stiano prevalendo.
«Maestro, non t'importa che siamo perduti?».
Questa è un affermazione cattiva, Gesù, perché nutrita dalla mancanza di fiducia sulla tua realtà di agire nelle nostre cattiverie, per modificarle con il tuo bene e il tuo amore.
Ma affermazione cattiva sopratutto perché nutrita (anche!) dalla presunzione - cieca, sorda, paralitica, storpia, stolta, lebbrosa - di sapere di cosa abbiamo bisogno e di saperlo molto meglio di te e di Dio Genitore, la Madre Padre che ogni giorno ci nutre con le splendide e tenere bellezze del suo amore: sovrano, semplice, libero.
Qui, mi pare, agisce il tuo amore e, proprio qui, vinci con la forza della tua semplicità.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Fai due domande ai tuoi amici, ma è solo per accoglierli, per non farli sentire condannati. Tu sei solo amore, pure con e insieme alle nostre gravi debolezze.
Ma questa tua frase va letta senza punti di domanda.
La tua è una constatazione e chiedi a loro di rendersi conto di che cosa sono le forze dentro cui si dibattono e contro le quali ti chiedono di intervenire. Tu chiarisci sempre che la tua presenza conferma solo la nostra azione. Non crei un altro mondo fatto a somiglianza delle nostre presunzioni e superbie. Ci dici, ci fai sapere di voler vivere le nostre tempeste, purché ci fidiamo di te, che solo così ci aiuti. E di sicuro. Con tenerezza, forza, semplicità.
Ecco, magari lo fai come hai fatto con Giovanna d'Arco, che muore bruciata sul rogo come eretica dopo un processo politico in cui lei è accusata proprio di vivere la tua solidarietà e amicizia con semplice fede. O come hai fatto con Christian de Chergé, Charles de Foucault, Lorenzo Milani, Caterina da Siena, Pino Puglisi, Dorothy Stang... e tante, tante altre vite ed esistenze umane che si sono dedicate a te con la semplicità dell'amore donato e ricevuto.
Aiutaci ad amare così, Gesù.
Vivendo e mangiando la tua semplicità d'amore, che è così forte che agisce anche quando decidi di dormire, per mostrarci la realtà della tua presenza, pure se dormi alle nostre scelte di dominio, ai nostri minuscoli e superbi imperialismi. Aiutaci a fidarci di te, Gesù, perché solo con te e nella tua vita narrata, vissuta, offerta, donata sappiamo che le forze del male non prevarranno, come non hanno prevalso finora.
Perché tu sei l'amore che ha già vinto e sa vincere, ogni giorno e ogni volta, il cuore ferito di ciascuna e ciascuno di noi. Allora aiutaci ad amare.
Come ami tu, Gesù, dalla tua culla in una stalla presso Betlemme di Giuda, alla tua croce, sospesa tra cieli e Terra appena fuori da Gerusalemme.
Così è, amen, sposo Signore.
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