L'umiltà

della tua serva, che è anche tua madre e...
Brano conosciutissimo, Gesù, eppure c'è sempre molto da imparare dalla tua vita, anche quando era così piccola che stava nel ventre di tua mamma, ragazza giovanissima e felice di essersi donata a quel Dio che tu chiamerai Padre e, perciò, alla sua parola che si compie, sempre.
Ascoltiamo ancora questa donazione d'amore tra Dio altissimo e una ragazza di 13 o 14 anni, promessa sposa di un uomo della casa di Davide. Ascoltiamo l'amore Dio che tesse le sue tenerezze tra di noi, nelle nostre carni interessate ad amare e a far vivere l'amore tra noi.
"In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.".
Sì, il punto che mi colpisce, stamani, è l'umiltà.
Non solo quella che Maria dichiara davanti al saluto di Elisabetta, ma sopratutto quella che è implicita nella decisione di andare da Elisabetta per aiutarla negli ultimi tre mesi di gravidanza. L'umiltà dell'aiuto che una giovane donna può dare a una donna più grande, nelle circostanze del termine di una gravidanza e del parto.
Perché l'amore di cui tu sei il frutto splendido e immenso, Gesù, è qualcosa che si compie ogni giorno, anche nelle scelte di disagio e difficoltà, ma sempre piene delle gioia di dare vita e piacere, felicità per parole e gesti d'amore.
Questa umiltà ricca, sontuosa, normale, piccola, frequentata, lieta, lavoratrice è quello che ci doni oggi, Gesù, con tua mamma, appena incinta di te, e che va dalla cugina a darle una mano per fare più bella la vita. In loro e attorno a loro.
ciao r

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