Infanzia, felicità, dubbio:

sono le tre realtà vere dell'amore Dio tra noi.
Sento che posso accostare questi due vangeli della liturgia cattolica romana, Gesù, di questo maggio 2024, dopo la festa bellissima di Pasqua, ora che entriamo nella vita ordinaria, quella di tutti i giorni. Ne sento il bisogno, per affidarmi sempre di più alle tue mani e alla tua gioia, Signore e amico, e proprio mettendo il vangelo di sabato 25 maggio 2024 vicinissimo a quello della Santissima Trinità, solennità preziosa, celebrata questa domenica 26 maggio 2024. 
Devo mettere vicine queste tue parole, affinché giochino insieme e si diano gioia l'una l'altra. Riconoscendomi infine in quelle bambine e bambini che vanno a giocare insieme tra loro e con te, per fare amore e gioia insieme a te, tra noi e attorno a noi, per chiunque viva vicino e attorno a noi. 
Ascoltiamo te, Gesù, Parola e regno di Dio, con la fiducia felice di chi è bambino e bambina nella sua vita e nel suo cuore, e vuole, ha bisogno di affidarsi totalmente a te, conoscendo la tua vita e la tua presenza come cura conforto della sua piccola vita, nella felicità del tuo amore Dio. 
Ma è importante che sia una esperienza che opera qui, proprio qui, dove stiamo e soffriamo nelle realtà forti, spesso aspre, delle nostre fatiche e pene. Dentro tutti i nostri urgenti e intensi bisogni d'amore, da offrirti, ogni giorno. 
Ecco, accogliamo i tuoi bellissimi regali d'amore dalla fresca fonte di vita felice che è la tua parola.
Vangelo di sabato 25 maggio 2024
"Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.".
Vangelo di domenica 26 maggio 2024, Solennità Ss Trinità
"Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».".
Dobbiamo partire dalla fiducia dei bambini in te.
Sei la persona, Gesù, con cui ogni bambino e bambina che incontri vuol giocare, perché ti sa forte, eppure proprio uguale a loro nell'affidarsi al reciproco scambio d'amore e di gioco, impegno reciproco ad affidarsi l'un l'altra le proprie vite per fare felicità, costruire esperienze di gioia insieme. Le bambine e i bambini ti incontrano, ti vedono, ti sentono e conoscono, così assaggiano, il tuo amore fatto di carne e sangue, questo amore concreto che hanno davanti a loro, al loro fianco, che accoglie e cura le loro piccole vite, nelle concrete e reciproche libertà di amare, sfidarsi e affidarsi nell'amore, così da costruire e fare amore in voi, ma sopratutto oltre voi, coinvolgendo il mondo che vive attorno a voi. Perché giocare è amare.
«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio.».
In realtà i vangeli sono molto reticenti nel descrivere il rapporto concreto e immediato, di quel giorno a quell'ora, tra i bambini di un qualsiasi villaggio della Galilea o della Giudea, e te. Ma i vangeli sono molto reticenti anche nel raccontare i tuoi sorrisi, la tua concreta (di carne e sangue) gioia di amare che ti capitava di vivere. E pure spesso, ne son certo. Un'esperienza forte e vivace innanzitutto con i bimbi che venivano a salutarti, che ti accoglievano festanti quando ritornavi a casa loro, nel loro villaggio. La prima cosa è questa festa piena di gioia, cioè di fiducia felice nell'accogliere la tua presenza e, quindi (ma è un 'quindi' valido solo per me adulto, non per me bambino) per nutrirmi della tua parola che libera e risana, che fa gioia nella vita. Nella mia vita infantile, Gesù, che sempre presente in qualsiasi età cronologia e ha sempre bisogno del tuo sorriso e del tuo gioco libero di amare e rispettoso di me e delle mie ferite. E di ogni gioco donato.
«In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.».
Come accoglie, un bambino, una bambina, il "regno di Dio"? cioè te, Gesù di Nàzaret, figlio, parola, regno di Dio.
Forse la risposta, una prima risposta, ce la regali con la frase che, sul monte da dove li lascerai, indirizzi ai tuoi undici amici, undici perché uno (Giuda iscariota), ti ha tradito. Loro sono con te come bambini, ma non hanno la felicità dell'infanzia davanti alla tua presenza che è pienezza di gioia e vita. Loro sono timorosi e incerti. Ma tu vai oltre ogni difficoltà, li liberi e li metti a fare l'amore in giro per il mondo, da subito, insieme a te. Perché senza di te nulla sono e nulla possono fare.
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.».
La tua sequenza parte dal potere che ti è stato dato, in Cielo e in Terra. Questo potere è gioia e felicità, perché è l'insegnamento, la bella notizia, il vangelo che Dio ci ama, e così ci racconta come è venuto tra noi nella tua carne e sangue di Gesù di Nàzaret, da dove ha operato segni d'amore potenti (guarire, curare, dare vita, libertà, amore e tutta la forza per abbandonare il male che offende le nostre vite, ci toglie felicità, e per darci all'amore, senza mai giudicare e condannare). Amore che si è fatto crocifiggere per raccogliere nel Trono della Gioia di Dio, che è la tua croce, tutte le persone ferite, offese e uccise da Abele il giusto all'ultima madre morta in Palestina per non farle più difendere la vita di sua figlia, di suo figlio.
Questa realtà dell'amore felice è la Santissima Trinità. La presenza dell'amore Dio tra noi e con noi insieme a te. 
Questa Presenza immensa e innamorata, che si dona a noi mentre e perché noi ci doniamo a lei. Anche nel dubbio, che viene a ogni persona umana infante, sull'amore che dobbiamo fare e testimoniare. Non il dubbio scettico e intellettuale, ma il problema di amare qui e ore. Quel dubbio d'amore che nasce dalla fiducia, e ci spinge ad abbandonarci a te, per ricevere da te, Dio Trinità, immenso amore presente, la forza di amare, sempre, con gioia, senza smettere mai. 
Così tu sei con noi «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» per farci amare, e così dare ogni tuo gioco d'amore a chiunque ne ha bisogno e cerca la felicità. Così fare questo amore fra tutte le genti, perché ciò che ci unisce è Dio amore e felicità: l'amore che vive felice.
ciao r

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