Il fatto, e la

speranza.
Ma cos'è il tuo amore, Gesù? Davvero, Signore e sposo, amico e maestro, che cos'è questo tuo amore che regali ogni giorno, dentro e oltre tutte le scadenze liturgiche e le memorie di preghiera comune che facciamo come le numerose e diverse comunità di esseri umani, che ti seguono, che ti cercano in amore e amicizia, che vengono messi da te nelle libertà da ogni morte e da ogni male. Libere e liberi di amarci e farci amare da te e, quindi, grazie a te, Gesù, alla tua presenza felice e piena di gioia,. Questo è il fatto della tua vittoria, che ci orienta e ci fa capaci di vivere tra noi questo immenso amore presente, che è Dio, in ogni giorno delle nostre vite in cui lo sperimentiamo e lo viviamo tra di noi, insieme a te, con te, grazie a te.
Ascoltiamo la voce di Marco che ci raggiunge per dirci che tu non sei andato via, ma sei rimasto tra noi a viverci, a donarci il tuo amore e a farci vivere di questo tuo amore.
Ascoltiamo a cuore aperto la tua carne risorta che sceglie di vivere in noi, per farci godere il tuo amore sempre umile, abissale, presente. Per farci essere l'amore Dio che vince.
"E Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.".
Gesù, di questo tuo andare via per rimanere, raccontato da Marco, mi preme testimoniare due cose, due momenti, per far sentire come vibrano e suonano nelle mia vita e  carne.
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.».
Tu non hai limiti: infatti 'sali al cielo', 'sei elevato al cielo' in alto, dove ciò che è mortale trova il suo confine, il suo limite. Tu non hai limiti e te ne vai 'al cielo' per farci capire che non dobbiamo più cercarti tra le cose mortali, come ancora esistente nelle nostre forme mortali. 
No.
Tu sei risorto, sei vivo in Dio amore presente in quella carne che è stata resa viva ed esistente nelle realtà immense di Dio amore. Primogenito di tutte e tutti noi che ti seguiremo. Ma ascendi in quel modo anche per dirci che dobbiamo portarti con noi e tra noi, fino ai confini del mondo, per proclamarti come la bella notizia che il regno di Dio è vicino e si sta costruendo nelle nostre carni e nelle nostre realtà. Tu sei qui tra noi, dove ti dobbiamo portare per proclamarti a ogni creatura, cioè a chiunque vive e si nutre dell'amore Dio per prosperare, fiorire, far frutto. Cioè verso chiunque vive ed ha bisogno di te, Gesù, bella notizia di Dio amore tra noi.
Ma tua questa bella notizia dev'essere creduta. 
Non basta il comando di proclamarti, Gesù, perché occorre innanzitutto smettere di guardare il cielo: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (At 1,11).
Sei qui tra noi, nelle nostre vite che cercano di fare e donare il tuo amore. A questa tua presenza attiva tra noi si riferisce la tua indicazione, semplice e netta, di credere al regno di Dio che noi stiamo proclamando a ogni creatura. Credere a te e in te, Gesù.
Questa non è una operazione intellettuale, non è una dottrina, non è una sistematica enciclopedica di concetti e definizioni coerenti, che ci obbligano, ma che obbligano anche Dio amore, da cui tutto dipende e a cui tutto ritorna.
Credere a te e in te, Gesù, è sempre e solo una scelta d'amore, e di un amore concreto, reale, incarnato, operativo.
«Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e se berranno qualche veleno non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Facciamo attenzione a ciò che dici. Prima c'è il fatto di credere, poi c'è il battesimo. Se prima non si crede, e proprio nella nostra vita di carne, sangue, sentimenti, è inutile farsi battezzare. Credere in te significa fare l'amore che sei tra le realtà del mondo in cui e di cui viviamo.
Chi crede in te vive l'amore Dio e lo vive concretamente, nelle realtà in cui è immerso. Abolendo, così, il male in sé e attorno a sé, perché Dio abita chi crede in te e fa il tuo amore, Gesù, in sé e attorno a sé.
«Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e se berranno qualche veleno non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno.».
Perdonaci, Gesù, perché la nostra fiducia nel tuo amore è così fragile e debole che non riusciamo a togliere, in noi e attorno a noi, il male, specie quello sciocco e banale: l'egoismo idiota che riduce la vita meravigliosa che ci hai donato a una continua appropriazione indebita, a uno stupro incessante, a inutili e orrende azioni di morte e odio contro chi è inerme e chiamiamo nemico della nostra lebbra di morte.
Così siamo mentitori del tuo amore, ti proclamiamo bugiardo e illuso. Di te facciamo un idolo che usiamo contro di te. 
Aiutaci, Gesù, a vivere nelle nostre carni il tuo amore che risana, guarisce, dona gioia, vita, piacere. Aiutaci a farlo nell'immensa, presente, realtà d'amore che sei in noi e con noi. Aiutaci a donarti, senza limiti, a ogni creatura.
ciao r

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