Il senso dell'amore

sei tu, Gesù, qui tra noi per amore, per dare vita.
La vite e i tralci. 
La vita che tu ci dai non è qualcosa che arriva a tratti, a pezzi, a giorni. Questa vita che dai esiste sempre, arriva e ci dà vita e gioia in ogni momento delle nostre esistenze. Siamo dentro un flusso continuo d'amore, che ci cambia la vita e ce la rinnova ogni giorno. Con te, in te, per te, Gesù, siamo nutriti dall'amore Dio che trasmetti ininterrottamente, appunto come la vite fa con i suoi tralci.
Così non è un percorso che noi dobbiamo fare per avvicinarci a te. Anzi. Dobbiamo solo accettare, anzi, scegliere di essere scelti, di esser fatti tralci di questa tua meravigliosa vite d'amore, che è sempre più ricca e abbondante, perché tu sei la pianta piena di libertà e bellezza, nutrimento infinitamente piccolo e forte, e che proviene da te, Gesù, che sei il mezzo amorevole delle cure d'amore di Dio Padre Madre. Tutto questo vostro amare ci rende sempre più capaci di fare frutti magnifici perché ci cura e rende più aderenti a te, amore, fonte di ogni amore, vita e origine di ogni vita.
Ascoltiamo la tua voce, Gesù, che ci parla dell'amore Dio da cui tutto viene messo nell'esistenza immensa di quell'infinita presenza Dio che ci sorregge e libera.
Ascoltiamo la tua vita e la tua voce, Gesù, con il nostro cuore commosso e aperto.
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.».
Partiamo dall'inizio, Gesù.
Tu sei "la vite vera", quella coltivata con cura amorosa da Dio Padre Madre, la pianta di vita e amore di Cui Dio Padre Madre è infinitamente felice, umilmente orgoglioso, perché il suo amore immenso presente si realizza in te, Gesù, in questa vita concreta che sei tu, Gesù di Nàzaret, figlio di Maria, Figlio di Dio, Dio incarnato nelle povertà delle nostre esistenze, per farle ricche di tutta la potenza d'amore che sei tu, Dio Santo, umile e trionfante realtà d'amore, di ogni amore che vince e vive.
Questa vite, questo nutrimento continuo è la tua parola. Questa Parola di Dio, questa "bella notizia" data a chi è nelle povertà umane, a chi è nelle afflizioni e nei dolori della vita, a chi cerca giustizia, a chi cerca pace, a chi si fa prossimo di chi è debole e fragile.
«Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato».
Non c'è alcun percorso di ascesi, alcun cammino verso una purezza di tipo divino cui arrivare con fatica e disciplina, di cui vantarsi davanti a Dio. C'è solo l'ascolto. L'ascolto della tua voce che racconta l'amore, ogni amore. Questo tuo continuo e incessante racconto dell'amore che tu sei, da cui vieni, che ci dai come nutrimento e linfa perché facciamo frutti abbondanti, ricchi, belli; questa tua parola d'amore ci rende puri, adatte e adatti a ospitare Dio, a farlo vivere in noi e con noi. Per far trionfare l'amore che è Dio, così da far vedere a tutte e tutti la vittoria del regno di Dio tra  noi, in noi.
Dobbiamo rimanere in te. Questa è la sola condizione necessaria. Restare tralci legati alla pianta della vite che ci nutre e ci rende capaci di essere frutti, belli, ricchi, abbondanti.
Ma bisogna stare in te, non allontanarci mai.
«Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.».
Cosa significa, Gesù, questo tuo appello forte: «Rimanete in me e io in voi»?
Da soli non possiamo fare nulla. Non ti seguiamo e non ti amiamo da soli. Non ci chiamiamo con il tuo nome, cristiana e cristiano, da soli, ma solo insieme. Siamo i tralci e tu la vite. Ma questo fatto, cioè vivere insieme il tuo amore, essere tralci dell'unica vite che sei tu, Gesù, come deve essere vissuto, nelle concrete realtà e difficoltà delle nostre esistenze e delle storie umane, le terribili storie che viviamo?
Non lo so, Gesù.
So due cose.
La prima è che devo obbedire a te, alla tua parola, ma quindi devo obbedire anche alla parola di chi, vicino a me e intorno a me, si trova messo, e per qualsiasi ragione, in posizione di guida e cura delle nostre preghiere e delle nostre vite.
La seconda è che la mia coscienza, se la abituo al silenzio e all'ascolto, sa dirmi cosa devo fare per agire nel mondo e nelle mie comunità. 
Ma queste due cose significano, insieme, che devo essere come te, il più possibile uguale a te, e solo perché te lo chiedo come dono: mite e umile di cuore. 
Devo lasciare che tu mi faccia essere una vita che dona vita e amore. Una esistenza a tua disposizione per liberare ogni vita che trova, nell'amore Dio che è tra noi e ci vive e ci fa vivere nelle infinite felicità di amare.
Aiutaci ad amare, Gesù, aiutaci a vivere e a far vivere tutte le tue felicità di amare. Tralci splendenti grazie alla nostra vite, la pianta che ci fa capaci di frutti nutrienti e belli.
ciao r

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