La scelta di Dio,

che è potenza immensa e amore infinito.
In questo passaggio di Matteo, mentre ti avvicini a Gerusalemme e, quindi, alla tua passione e morte, ci sono tutte le principali componenti della tua strada tra noi, del tuo messaggio che vive tra noi e ci dona la vita e la libertà.
Ascoltiamo con attenzione appassionata.
"Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».
Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». 
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».".
Non è che non ti ascoltano. Il punto è che ti amano senza crederti per davvero. Ma solo parzialmente. Perché ciò che dici è difficile da calare dentro le nostre vite, per viverle.
«Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?».
Certo, lo possiamo bere, anche se ti rispondiamo così molto più per orgoglio e passione amorosa, innamoramento verso di te, che per comprensione reale di ciò che significa "bere il tuo calice". Ma poi tutti gli anni passati dalla tua incarnazione testimoniano come il tuo calice l'abbiamo bevuto e continuiamo a berlo. Ma sempre non comprendendo, equivocando, il tuo messaggio e le sue realtà forti. Come il servizio. Si tratta, certo, di aiutare e di amare. Di farlo come c'è bisogno e di farlo ogni giorno. Ma si tratta, anche, di negare i criteri del mondo dentro le nostre vite e dentro le nostre scelte di comunità, di comunione, di chiesa.
«Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Aiutaci, Gesù, a metterci al servizio le une per gli altri e viceversa, rifiutando ogni logica del potere, ogni gerarchia, per amare come tu hai amato e ami. Seguendo la scelta di Dio di farsi dono.
ciao r

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