Che cos'è "pregare",

per te, Gesù, amico, maestro, sposo, Signore.
Ce lo dici in molti modi e molte occasioni, Gesù,ma questo è uno dei passaggi che preferisco perché fa vedere qual'è la prima caratteristica della tua presenza  tra noi.
Per capire la forza della tua vita, nel darci la vita e in abbondanza, ascoltiamo con attenzione semplice la tua parola.
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
La prima forma che la preghiera assume nella tua esperienza è quella del silenzio e del segreto. Solo Dio deve sapere la forza, la costanza, la continuità, l'offerta di sé che la preghiera richiede, conquista e conferma.
Non è solo umiltà, anche. Sopratutto è la realtà che la preghiera chiede solo ciò che offre. Ciò che io dono a Dio amore e al mio prossimo come amore, è questo ciò che chiedo anche per me e le altre persone che vivono con me. Quindi anche la preghiera è dono, ricevuto immeritatamente.
Per questo quando prego mi chiudo dove solo tu mi vedi.
Quindi la preghiera è anche condivisione e partecipazione alle vite delle altre persone e ai loro bisogni di aiuto. Allora pregare è chinarsi sul ferito e dare olio, vino e tempo, per curare le ferite, fermare le emorragie, risanare e aiutare a star bene. La preghiera è la vita della comunità che si specchia e si riconosce nell'amore di cui parla con te, nella sua preghiera e che è, pubblicamente, questo amore donato che risana e guarisce.
Infine la preghiera è umile, umile di cuore, nell'intimo profondo delle nostre vite, perché sa che non ha niente da dare, se non quell'amore e quella felicità che sa di avere ricevuto in dono e non gli appartiene, per donare la quale non può chiedere patenti di fedeltà ma solo la capacità di farsi amare, di avere in dono la vita.
Aiutaci, Gesù, a donare integralmente la nostra vita al tuo amore, che sa come usarla, come farne un tuo dono d'amore.
ciao r

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