L'incredibile inizio

dell'amore Dio, incarnato, qui tra noi.
Le prime parole di questo tuo vangelo scritto da Marco, Gesù, 14 versetti prima di questo brano, scrivono, in greco: "Arché tou euangeliu" - "Inizio del vangelo". E Marco subito aggiunge la tua identità: "di Gesù, Cristo, Figlio di Dio".
Ecco un un inizio poverissimo. Ti fai battezzare da Giovanni e dal cielo, squarciato solo per te, una voce ti dice (e la senti solo tu, e Giovanni Battista, forse) che sei il Figlio di Dio, l'amato, il più amato, colui in cui Dio altissimo ha posto il suo "compiacimento", ogni suo desiderio e speranza più forti. Riempito da questa dichiarazione d'amore vai nel deserto da solo, 40 giorni. Giusto il tempo per morire. Invece stai con bestie selvatiche e angeli ti servono. Sei "fuori di te", Gesù, come diranno fra poco i tuoi familiari.
Inizi a predicare la tua 'bella notizia', il tuo "euangeliu", ed inizi da una periferia, quella in cui ti trovi, da quella Galilea, area decentrata di quella parta litigiosa dell'impero romano che era Israele col territorio della Palestina. Ecco, l'inizio della tua bella notizia è dato dentro la povertà, culturale, religiosa e spirituale, di un territorio che appartiene a tutti coloro che lo attraversano, e però non si riconosce in nessuna delle loro lingue e culture.
Ma è la tua scelta di fondo. Questa è l'arché, il principio e inizio del tuo cammino d'amore tra di noi, la forza d'amore che ci doni nel modo più umile e povero possibile, con la tua nascita da donna, sotto la Legge, dentro l'imperio di Cesare. Tu ci doni te stesso e così anche la speranza, e la fiducia in questa speranza, che tra noi ci sei tu, Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Tu, Gesù di Nàzaret, che ci doni l'amore. 
Ascoltiamo la tua vita senza esitare, aperte a aperti a quest'amore che ci raggiunge e ci colma.
"Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.".
Ti piacciono le periferie, Gesù, e le persone marginali che le abitano. Per te, è molto chiaro dalle narrazioni di ciascuno di questi quattro vangeli, non esiste un "centro" umano, uno spazio e un tempo più importante e centrale, da cui gli altri spazi e tempi dipendono. Siamo umani poveri e, nelle nostre povertà, ciascuna e ciascuno di noi ha bisogno del tuo aiuto. Del tuo amore donato.
A me piace, Gesù, l'assoluta totale, 'fisica e metafisica' centralità del modo improbabile in cui tu scegli amici e collaboratori.
"Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. [...] Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti.".
Entri nelle nostre quotidianità, dentro le fatiche giornaliere più povere, come quella di pescatori che gettano le reti da terra, e ci togli a questa vita per darci a un'altra esistenza di cui nulla dici, se non che interrompe il nostro lavoro, ma facendolo continuare diverso, trasformato in amore.
«Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».
Non ci vuoi speciali, meritevoli di ogni tua attenzione, ma proprio come tutte le altre persone, semplicemente così come siamo nelle nostre vite. Indistinguibili dalle altre persone umano con cui e di cui viviamo.
La cosa in più che ci riguarda, l'esperienza speciale che ci rende persone diverse, capaci di donare amore, sei tu, Gesù. Tu e questo tuo annuncio d'amore.
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Naturalmente c'è un prezzo per l'amore. Infatti l'amore non è mai gratuito, ma si paga, sempre. E il prezzo è - sempre - solo la nostra vita. Sì, 'solo' la nostra vita. Sia perché non abbiamo altro da dare per avere la felicità e la pace, piene di novità e di esperienze feconde, frutto dell'amore scelto. Sia perché ciò che interessa all'amore, a questo amore in atto qui e ora, è, appunto, solo la relazione con la vita e non con qualche possesso destinato sempre a morire.
Tu, Gesù, offri la pienezza dell'amore Dio e chiedi le nostre povere vite. Uno scambio ineguale prezioso, perché da qui nasce la vita, la mia vita di essere umano disposto ad amare, e la vita di miriadi di altre creature attorno a me, sopratutto degli altri esseri umani.
Aiutaci a lodarti, Gesù, per far conoscere la bellezza dell'amore fatto con te. Aiutaci, perché questa lode continua è la sola preghiera che arriva a Dio: nasce dal suo cuore trinitario che vive in noi per la tua chiamata ad amare.
ciao r

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