La vita piena,
Inizi il tuo cammino nel vangelo di Marco. A me quest'inizio di Marco sembra il modo migliore per entrare in rapporto con te, per iniziare a conoscerti senza troppi condizionamenti culturali e storici.
Qui, Gesù, troviamo subito tutti i personaggi di questa tua strada tra noi. Sopratutto ci sei tu, così diverso e particolare rispetto a tutti coloro che Dio ha già mandato a Israele e a noi. La tua diversità è detta da Marco immediatamente, perché ti mostra come uno che non segue le regole, a iniziare dal fatto che predichi in Galilea, territorio periferico e marginale rispetto a quell'Israele a cui la tua azione e parola erano indirizzate.
Dobbiamo prendere atto di queste diversità, come l'altra che ti scegli discepoli tra persone qualsiasi, senza preparazione religiosa e spirituale, persone da cui non ti fai scegliere, come succedeva ai maestri di allora dell'insegnamento di Dio, della Legge; per te la scelta fatta in autonomia dai tuoi discepoli vale solo per l'aspetto limitato che loro ti vengono dietro, ascoltando il tuo comando di abbandonare le loro vite normali per seguirti, vivere con te. Sono scelti, e così ti scelgono proprio in questo essere scelti. Altro elemento di diversità è il fatto che tu non li fai preparare in alcun modo: tu sei lo scopo che dai alle loro vite che ti seguono, sempre tu sei la preparazione a questo scopo. Manca ogni iniziazione a te; con te bisogna solo sperimentare l'amore, il tuo amore e i nostri amori.
Vi trovate a Cafarnao, un centro della tua predicazione in Galilea, luogo di riferimento e riposo, almeno in Marco.
Nell'episodio della sinagoga la tua diversità si mostra forte, speciale, con caratteri profondi e importanti.
Ascoltiamo questo principio della narrazione del vangelo di Marco per entrare in rapporto con te, Gesù di Nàzaret, nostro maestro e amico, figlio di Dio e messia di Israele.
"Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.".
Innanzitutto c'è la nozione di verità che viene presentata con la tua vita e la tua azione. Che cos'è verità per Israele è presto detto: è la Legge, l'Insegnamento di Dio dato a Israele attraverso Mosè e i profeti. Un insegnamento che va capito, che non è intuitivo; va compreso per potere essere seguito. A questo servono i maestri, i dottori della legge, i sacerdoti e tutto l'apparato religioso di Israele. Quindi la verità in Israele è una lunga catena di insegnamenti e tradizioni, sempre rispettata e messa in discussione, sempre approfondita. Per cui chi insegna lo fa riferendosi a maestri e guide che hanno preceduto la sua vita e azione, persone credenti che ci danno e sono il terreno dove noi camminiamo.
Tu no.
"Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi".
Tu sei la verità, perché in te c'è l'autorità di Dio che ama, che ci ama e vuole la nostra salvezza. Quindi i vangeli che ascoltiamo e leggiamo non sono una dottrina, presentata insieme a una storia del passato, ma sono la tua 'bella notizia' che il regno di Dio è vicino a noi, qui accanto, oggi e ora, per salvarci la vita, farla piena d'amore. Questa autorità con cui tu insegni ci coinvolge e ci rende responsabili di come viviamo: secondo te, cioè secondo Dio amore, o secondo i nostri demoni pubblici e privati. Demoni che non ci lasciano in pace e che sono facilmente identificabili in parole troppo note e familiari: odio, paura, egoismo, gola, lussuria, violenza, saccheggio, rapina, schiavitù, fame, morte, e così via peccando e accumulando morti. Una presenza del male nelle nostre vite di ogni giorno, che ostacola la vittoria del bene, quella vittoria che è già avvenuta grazie a te, Gesù, e alla tua autorità d'amore, libera e che libera. Contraddizione e dramma che ci ricorda papa Francesco in ogni momento della sua azione pastorale, per esempio nelle sue ultime catechesi sulla gola e l'avarizia.
Questa nozione di verità, come scelta di fare il bene e di vivere secondo l'amore Dio che ci regali, è subito messa in contraddizione da uno 'spirito impuro' che tu non cercavi ma che ti riconosce e ti cerca pubblicamente.
"Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!»".
Il demone dice solo apparentemente la verità, perché ti nega nel tuo ruolo e scelta di maestro d'amore. Semplicemente la tua esistenza rende evidente la menzogna presente in questa affermazione del demone e così lo fai tacere, cacciandolo da quell'uomo. Perché quella del demone non è la verità dell'amore, che insegna con autorità perché si compromette nel suo insegnamento e lo vive come decisione di vita, una a uno. Provocando e aiutando, in questo modo, la scelta di seguire e imitare questa tua vita, sempre, per fare del bene ogni volta che c'è bisogno, per amare ogni volta che posso e mi riesce, anche a fatica, provandoci sempre.
Questa è la verità di Dio che vive in te: amare sempre, senza mai smettere di provarci. Facendo tacere chi oppone a questa verità di vita la falsa verità, la menzogna di ogni 'dichiarazione di potere', di ogni presunto 'ordine gerarchico' del mondo.
Tu, Gesù, di certo sei il "santo di Dio", ma sopratutto sei molto di più e molto di meno. Qui a Cafarnao sei (solo!?) una persona umana povera, bene identificata (vieni da Nàzaret di Galilea, cioè vieni da uno dei tanti 'quasi nulla' delle povertà umane) che segue Dio insegnando ad amare nell'unico modo in cui si può insegnare l'amore: amando.
Ecco, Gesù, qui siamo anche noi, adesso.
"Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».".
Vedi, Gesù, sono passati 2000 anni da quell'episodio, ma noi siamo ancora lì, qui davanti a te che fai «un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comandi persino agli spiriti impuri e ti obbediscono!».
Aiutaci, amico Gesù, perché mi sembra che stiamo perdendo il timore di Dio presente in te, e così crediamo sempre più forti gli spiriti impuri che ci tormentano: allora perdiamo fede nell'amore che vince, sempre e nonostante tutto. Quest'amore che sei tu, quest'amore vivente la cui verità è, sempre e solo, l'amore che libera.
Amen amen, Gesù, amen.
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