La libertà di amare è

l'unica libertà che abbiamo, la sola che ci dona alla vita.
Eppure ci riguarda. Sembra un episodio particolare, con quella nota di horror che dà sale a tutta la vicenda. Quindi sembra non appartenerci, è una storia lontana da noi, non coinvolge.
Invece ci riguarda, profondamente. 
L'indemoniato del paese dei Gerasèni rispecchia la nostra debolezza verso il male, la nostra difficoltà a stare con la vita e, invece, la nostra abitudine a frequentare ogni sorta di morti. Ascoltiamo con attenzione la tua vita che ci libera dalla morte, e facciamo nostra ogni lode per il tuo amore che libera e rende liberi e felici.
"Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.".
Occorrerebbe percorrere tutta questa tua azione d'amore con un'attenzione innamorata di tutta la bellezza che la tua presenza tra noi rivela e ci regala. Bellezza che fiorisce nella vita di una persona che liberi dal male.
Ma vale la pena fermarsi solo su un punto, quello finale.
Leggiamolo.
"Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati".
La gente del luogo ti chiede di andare via. Sono testimoni di un episodio d'amore e libertà, ma anziché chiederti altre azioni di cura del dolore per affermare una vita felice, ti mandano via. Ti pregano di andare via. E tu vai via.
Invece il tipo che hai salvato vorrebbe venirti dietro, vorrebbe seguirti, darti tutta la sua vita.
Tu non glielo permetti.
Ma cosa non gli permetti? Solo di venirti dietro, seguendo il gruppo di ebrei con cui annunci a Israele la vicinanza del regno di Dio e della salvezza delle nostre vite. Invece lo mandi alla sua casa e alla sua terra.
«Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te».
Accetti che ti segua, ma nella lode e nel ringraziamento per la salvezza che ha avuto in dono, senza alcun merito da parte sua. Solo perché dopo così tanta sofferenza subita era l'ora che finalmente anche lui vivesse la libertà di amare.
Per seguirti, Gesù, e lodare il tuo amore nella potenza di Dio che ama, bisogna sopratutto avere memoria della grazia e della felicità ricevute in dono. Una memoria che sostiene la nostra vita rinnovata dal tuo amore Dio, dalla potenza presente di Dio Padre Madre che ci ama in te, con te, per te.
Aiutaci a praticare, Gesù, questa tua lode quotidiana, perché solo da questa lode vissuta ogni giorno nasce in noi la tua libertà di amare che vince, perché risana e rende felici della vita.
ciao r

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