L'amore sconosciuto,
Tu sei qui, Gesù, per amarci una a uno, personalmente, individualmente, eppure solo se siamo insieme, se ci mostriamo capaci dell'amore inatteso e inaspettato che Dio ci regala e ci chiede. Capaci, cioè, di quell'amore che ci fa casa e cibo, dimora accogliente per chiunque ha fame e sete d'amore. Tu ci vuoi come te, e a questa mutua adesione, a questa reciproca partecipazione punta la bella notizia che sei, questo vangelo che ci regali.
Ma prima c'è Giovanni.
Non c'è niente da dire, Gesù, il Dio che ti è Padre non ama né le scenografie maestose, né i colpi di teatro. Così per annunciare il tuo arrivo manda avanti un uomo che fa una vita severissima e non usa alcun fascino, se non la necessità, che abbiamo tutte e tutti, di chiedere perdono a Dio per i peccati in cui e di cui viviamo.
Giovanni fa il suo compito e così ti annuncia, chiedendo la conversione perché con te e con il tuo arrivo tutta la realtà cambia; infatti è proprio questo che annuncia Giovanni, con la libertà dell'amore e dell'obbedienza ai comandi di Dio e alla sua chiamata personale. Ma chi comanda in Israele gli chiede che ruolo ha, vuol sapere chi è e con quale autorità agisce.
Ascoltiamo la libertà di Giovanni Battista, che ti annuncia, senza obbedire a nessuno di chi sta in Terra, ma obbedendo, dando la sua fiducia e la sua vita solo a chi offre amore e libertà di amare.
Gv 1,6-8.19-28
"Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
"Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».
Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.".
Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.".
In realtà Giovanni non sa bene chi sei. Così ti annuncia per la potenza di Dio che sa essere raccolta in te, e perché, così, con te l'intera realtà cambia. Lo dice per come lui se lo immagina. Ma non sa davvero come tu, Gesù, vivrai e stai vivendo la tua realtà di Dio che si è fatto uomo, la tua certezza di essere "figlio amato" di questo Dio che opera, sceglie e costruisce l'amore con te, in te, insieme a te.
Giovanni è perfettamente consapevole di questa sua ignoranza piena dell'annuncio che tu stai arrivando, anzi, sei già qui.
«In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
L'ignoranza di Giovanni è piena di 'timore di Dio', perché sa che tu sei rivestito e riempito di tutta l'immensa potenza dell'Altissimo, della qualità del suo amore che tu rendi presente tra noi. Sa che ogni amore tra lui e te, viene solo da te, dalla potenza gratuita di Dio che ci ama e ci vuol far conoscere il suo amore come unica salvezza per noi.
Per questo afferma con nettezza «a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo», cioè di farti il servizio più umile dello schiavo più schiavo e miserabile ci fosse in una casa. Proprio perché tu sei 'Dio tra noi'.
Chi interroga Giovanni non sembra molto interessato a questo misterioso personaggio che gli viene annunciato: «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete». Sembrano più interessati a Giovanni e al suo ruolo di seminatore di speranze in una realtà dove l'ingiustizia predomina e la violenza contro gli inermi è padrona delle vite umane e delle terre che abitano. Giovanni ti annuncia, sa che stai arrivando, che il tempo è compiuto. L'amore di Dio si realizza nel mondo e lo vince.
Noi veniamo dopo Giovanni e dopo di te. Noi siamo qui, proprio 'grazie a te' e sappiamo bene della tua "passione, morte, resurrezione", così come sappiamo della tua nascita dal grembo di Maria di Nàzaret, nascita che ci prepariamo a festeggiare.
Tu lo sai, Gesù, vorrei scrivere che non ti conosciamo, come non ti conosceva Giovanni, ma non è vero. Dalle testimonianze degli apostoli e delle tue amiche e amici sono nati quei quattro libri straordinari, molto al limite del normale umano, che sono i quattro vangeli di Marco, Matteo, Luca, Giovanni.
Da questi vangeli e da tutto il Nuovo Testamento, specie dalle lettere di Paolo, abbiamo una descrizione e narrazione della tua presenza tra noi che sempre ci interroga e mette in crisi i nostri comportamenti. Così ti conosciamo. Ma se ti conosciamo allora è inevitabile dire che seguiamo la tua vita e la tua parola, che amiamo, riusciamo ad amare come te, anzi, pure meglio di te, perché ogni cosa chiediamo al Padre a nome tuo lui ce la concede subito, proprio perché tu sei con noi.
Ma allora, Gesù, perché il tuo amore non governa il mondo e le genti? Perché il peccato contro l'amore Dio, sopratutto nella sua forma della guerra e dello sterminio di vite inermi, è ancora così diffuso? Perché ci dividiamo tra noi su regole di condotta etica e non lasciamo vivere le differenze, ogni diversità nei modi di vivere l'amore?
Lascio queste domande a chi mi legge.
Tu, Signore Gesù, mio Sposo, sai le risposte che mi do e le loro incertezze. Abbiamo bisogno di cercare il tuo amore, di farlo vivere nelle nostre vite, di realizzarlo nelle nostre esistenze di carne e sangue, di completarlo nelle nostre povertà, facendole così diventare tue ricchezze. Così, Gesù, abbiamo bisogno di te e del tuo amore ogni giorno e in ogni momento. Abbiamo bisogno di conoscerti nei nostri amori di ogni giorno, per farli vivere in ogni vita che incontriamo. Per questo vieni, Gesù, vieni presto.
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