La prova di Dio

è la libertà, la prova del mondo è l'astuzia.
Così 'tengono consiglio' tra nemici, pur di farti danno in qualche modo. Erodiani e farisei non erano amici, anzi, si contrastavano su tutto. Ma tu li unifichi, almeno contro di te. Certo, il risultato della congiura è mediocre. La domanda sul tributo a Cesare, cioè a Roma che governa la Palestina e la Siria, quindi domina anche Israele, è trasparente. Infatti ogni risposta che loro, erodiani e farisei, potevano pensare che tu avessi dato ti avrebbe compromesso. Se dicevi che era lecito pagare il tributo molti della popolazione povera ti avrebbero lasciato, il tributo di Roma era odioso e odiato; se dicevi che non era lecito diventavi pericoloso per Roma. Così le autorità romane si sarebbero interessate a te. 
Insomma, sei una mina vagante, un pericolo serio per l'assetto di Israele che erodiani e farisei gestiscono, allora bisogna farti fuori. Ma non è così semplice, tu non sei semplice, anche se tutti ti capiscono. Così è quest'assenza di semplicità, forte nella franchezza umile che c'è nella tua risposta, che mi suona dentro forte.
Infatti neppure per noi è semplice metterci in rapporto con quello che dici, specie su un tema così scottante come il rapporto con il potere politico. Eppure son passati 2000 anni dalle tue parole di allora e abbiamo provato di tutto, in materia. Ma non siamo ancora d'accordo su ciò che dici e su cosa ci chiedi di fare. Continuiamo a inciampare su te, che ci sostieni e ci dai amore, proprio quando cadiamo su te.
Allora ascoltiamo la tua parola di vita e libertà.
"Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».".
Bisogna partire dal fatto che è una trappola palese, così trasparente che a me sarebbe venuta voglia di mandarli a quel paese. Goffi e sciocchi, non meritano altro che disprezzo e silenzio. Ma io sono cattivo e non amo. Tu ami, Gesù, tu sei amore che vive sempre, specie verso chi ti vuole fare del male; persone che affronti con umiltà e franchezza, senza tirarti indietro. Perché ne va della tua testimonianza di Dio Padre e dell'amore che ci dona, sempre e attraverso te.
Tutta la lode iniziale, svolta a preparazione della domanda, serve a ingannarti, per farti credere che la domanda che ti fanno è sincera, e convincerti che vogliono da te una risposta autentica, su un tema così scottante e attuale.
«Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di' a noi il tuo parere».
Naturalmente la lode è negata dai loro comportamenti verso di te, dal loro ignorarti e isolarti, per quanto potevano. Ma serve a farti la domanda, che è secca, senza possibilità di vie d'uscita: «è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Tu affronti la questione a modo tuo. Con franchezza semplice. Innanzitutto smascheri la loro astuzia e ne mostri i limiti. 
«Ipocriti, perché volete mettermi alla prova?».
Ipocrisia è nascondere che si sta facendo una azione per il proprio interesse, di qualunque tipo sia, mettendosi dietro alle forme della onestà pubblica e dell'etica ammessa da tutti. L'ipocrisia è l'inganno dato su se stessi e sulle proprie azioni. Questo fanno erodiani e farisei con te in questo momento e tu lo fai notare. Anche con la seconda affermazione che fai sotto forma di domanda.
«perché volete mettermi alla prova?». 
Già. Perché vogliono metterti alla prova?
Infatti chi detiene il potere politico vuole sempre metterti alla prova e, quindi, attua comportamenti ipocriti, che nascondono ciò che si sta facendo dietro gesti socialmente legittimi e condivisi. Perché tu sei la pietra d'inciampo, sei la libertà di amare e chi detiene il potere politico non ama la libertà, specie quella legata all'amore, al dono di sé.
Poi chiedi la moneta del tributo.
Il tributo a Roma veniva pagato con il denaro romano. Era un ulteriore segno di soggezione. Procurarsi la moneta romana con cui pagare il tributo a Roma. 
Prendi in mano la moneta e fai la domanda chiave.
"Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».".
Non fai discorsi teologici, né ti poni nella posizione di discutere della soggezione a Roma partendo dalla Legge, cioè da Mosè e dai profeti. Chiedi il dato di realtà: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Sono di Cesare, appartengono al potere politico e militare di Roma che controlla la Palestina e governa Israele. 
Rispetto a questo dato di realtà la tua risposta è di una chiarezza e potenza altissima.
«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Non bisogna confondere Dio e Cesare. 
Cesare ha (è!) milizie, truppe, sottufficiali, ufficiali, armi, governatori, impiegati, burocrazie, ordini dati ed eseguiti, interessi che si impongono con la violenza e interessi che sono offesi e mutilati dalla stessa violenza.
Dio è la tua vita che si dona in amore e con amore, Dio sei tu che lo mostri nella tua parola d'amore. Cesare offende e si difende. Dio si regala.
«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
A Cesare bisogna rendere i suoi soldi e le sue violenze e oppressioni, tenendole lontane da noi. 
A Dio bisogna rendere l'amore che ci dà incessantemente, testimoniando che questo amore (tu, Gesù di Nàzaret) ci fa vivere in gioia e felicità, qualsiasi cosa succeda.
Aiutaci a rendere a Dio l'amore che ci dona ogni giorno, in ogni momento, perché solo così arriva il regno di Dio: tu che torni trionfante, seduto su di un'asina, davanti al tuo corteo di sconfitti vincitori. Vieni, vieni presto, Gesù.
ciao r

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