La parola di Dio

non risolve i nostri conflitti tra umani, ci aiuta a viverli.
Ci sono, Gesù, alcuni passaggi del tuo Vangelo (la bella notizia che il regno dei cieli è qui, proprio vicino a noi) che mi sembrano particolarmente ignorati.
Per esempio la situazione di oggi e, quindi, le risposte che dai al problema che ti viene posto.
Ascoltiamo la tua voce che ci canta e descrive l'amore.
"Uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».".
Ti viene chiesto di fare da mediatore e giudice tra conflitti umani, e ti viene chiesto sulla base del riconoscimento che tu 'insegni con autorità' e non come gli scribi. Hai autorità e forza nel racconto della Parola di Dio come vita e amore. Per questo chi si trova in difficoltà ti chiede aiuto.
«Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità».
Ma tu rifiuti l'intervento, e in modo molto netto.
«O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
Tu non entri nelle nostre ferite umane nate da conflitti di poteri e passioni, causate dal nostro peccato. Chi ti chiede di entrare nel suo conflitto con il fratello non è come il cieco di Gerico, cioè un essere umano solo, interamente dentro una difficoltà dove lui non ha né responsabilità, né soluzioni. A quel cieco che ti chiede aiuto lo guarisci, a quest'uomo rifiuti il tuo intervento. Ma non lo lasci ai fatti suoi, gli spieghi il perché. Cioè gli regali la parabola della cupidigia, della 'avidità sfrenata di ricchezze', realtà di morte dove ci si perde facilmente, e si perde tutto, sempre. 
Vale la pena riascoltarla.
«La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”».
Le nostre ricchezze mondane non ci salvano dalla morte e, sopratutto, non ci salvano da Dio Padre Madre che ci chiede conto della nostra vita e di tutto l'amore che ci ha dato in questa vita. Le nostre ricchezze mondane ci fanno morire, la tua parola d'amore, Gesù, ci fa vivere. Infatti, se la seguiamo ti seguiamo; così possiamo "accumulare ricchezze presso Dio", la sola 'cosa' che ci aiuta quando Dio ci chiede conto della nostra vita. Giorno che noi non decidiamo e di cui nulla sappiamo, se non che arriverà.
Gesù, aiutaci ad amare come dono ricevuto e donato. Aiutaci ad amare con generosa umiltà, senza cupidigia, vivendo l'immensa libertà di amare che è Dio Padre Madre, che desidera che i nostri amori siano come il suo: liberi e umili.
ciao r 

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