Il desiderio di Dio

è la nostra eredità, è la vita.
Non ho voglia, Gesù, di stare a raccontare tutte le tensioni che questa breve descrizione di Matteo implica. Ma vale la pena ricordare che hai chiuso la bocca ai sadducei proprio sul tema della resurrezione e della speranza di vita che è l'intero insegnamento di Dio, la sua parola scritta nella Bibbia e nei profeti. Ma questo significa che tu sei sempre di più, giorno dopo giorno, quel "profeta potente in opere e in parole" (Lc 24,19), che diranno a te, senza riconoscerti, i tuoi amici che andavano tristi verso Emmaus.
La domanda è decisiva, perché è il cuore di tutto il dibattito spirituale di Israele del tuo tempo, ma in realtà della preghiera e della vita di tutte le persone che seguono e ascoltano la parola di Dio in ogni spazio-tempo già accaduto o ancora da accadere. È la domanda fondamentale per noi, per non perderci in tanti ghirigori di comandi e commi e glosse e interpretazioni, ma entrando direttamente nell'ascolto della parola di Dio, cioè del suo desiderio d'amore.
«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Ma questa non è, per me almeno, la formulazione giusta della domanda; infatti mi viene sempre voglia di chiederti, proprio come il giovane ricco (Mc 10,17-22): "Gesù, cosa devo fare per avere la vita?". So già la risposta a quel giovane, e sto cercando di farla diventare vera nella mia realtà; però, qui, in questo vangelo, c'è la base d'amore, e nel tuo amore concreto vissuto ogni giorno, della risposta al giovane ricco e delle tue indicazioni alla nostra preghiera insieme a te.
Ascoltiamo questa tua voce, che dalla tua vita arriva alle nostre e le aiuta e le salva.
"Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».".
Lo dici, son sicuro, a voce chiara e semplice, tale che può essere udita dai tuoi interlocutori e da chiunque altro fosse lì vicino. Ma lo dici pure con emozione. Infatti tu sai, nella tua vita concreta di allora, cos'è questo grande comandamento.
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente».
Sai che è un comando impossibile. Non si può comandare l'amore, lo si può sperare e cercare, lo si può concepire, allevare, nutrire, far crescere, fino a farlo diventare grande e potente, com'è Dio, proprio come è Dio. Ma infatti Dio non comanda l'amore. Nel suo insegnamento Dio ci sfida a farsi amare, facendoci vedere (sopratutto con te! Gesù, ma non solo) cos'è capace di fare per mostrarci cos'è, operativamente, "amare con tutto il cuore,tutta l'anima, tutta la mente", cioè amare come ama Dio stesso.
Questa è la sfida di tutta la Bibbia e della tua 'bella notizia': l'amore esiste, è vivo, potente, ci dà la vita, ci salva, e vuole essere amato da noi, da ciascuna e ciascuno di noi. Questo amore umile e semplice è ciò che salva la vita.
Così tu lo espliciti subito. Amare Dio è roba da tutti i giorni, è l'amore quotidiano che devo e posso fare.
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso». 
I due comandamenti sono la stessa cosa. Amo Dio se amo il prossimo come amo me stesso. Il prossimo, cioè chiunque ha bisogno di me e mi chiede aiuto, non chi è come me e io lo approvo perché è maschio, bianco, italiano, cattolico.
Il prossimo è chi ha bisogno che io mi fermi ad aiutarlo, senza farmi domande, specialmente senza chiedermi se ha torto o ragione. Devo chiedermi solo se ha bisogno di me e io posso aiutare questa persona che soffre e chiede aiuto. Questo è il mio prossimo e questo, per me, è Dio che devo amare. Il Dio che tu, Gesù, mi racconti e mi descrivi.
"Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18) e questo Dio tu, Gesù ce l'hai rivelato come amore a chi è piccolo, bisognoso, ferito, afflitto, non a chi ha ragione.
Questa è la pace che il tuo Vangelo, Gesù, proclama e tu ci hai incaricato di diffondere, di regalare a ogni creatura, su tutta la Terra e ovunque riusciremo ad arrivare. È la pace che riconosce l'amore come dono di vita e speranza, che non può essere vinto e che dev'essere diviso e spezzato, come buon pane, come buon vino, come buona acqua, per fare delle nostre vite amore e gioia. Realizzando in noi l'immenso desiderio d'amore che è Dio e che chiede solo le nostre vite (cuore, anima, mente) per vivere e dare a ciascuna creatura la vita felice. Aiutaci, Gesù, a scegliere questa felicità che Dio ci dona chiedendoci di amare, offrendoci l'amore.
ciao r

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