L'amore oltre,

che libera perché sovrasta le nostre vie e le apre alle sue.
Non ci giri intorno, Gesù, e vai diritto al punto. L'amore. Che cos'è l'amore che proponi? Quest'amore di cui parli ai tuoi amici, con cui guarisci i ciechi solo perché urlano verso di te il loro bisogno, da cui fai notare che i ricchi di questa Terra si escludono perché non vogliono fare questo amore, un amore che proponi con semplicità e mitezza, ma per cui sai già che ti faranno pagare un prezzo di morte? 
Un amore che proponi e diffondi con generosa innocenza e che dici «simile a un padrone di casa che uscì all'alba per...».
Ascoltiamo, Gesù, la tua voce libera e mite che ci racconta come Dio, Padre Madre, ama e che cos'è questo amore Dio che tu regali nella e con la tua vita. Ascoltiamo con silenziosa accoglienza la tua vita innocente che ci parla dell'amore.
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: «Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò». Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: «Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?». Gli risposero: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Ed egli disse loro: «Andate anche voi nella vigna». Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: «Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi». Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: «Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo». Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: «Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?». Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Dio rispetta i patti, ma non sono i patti ciò che interessa il suo amore.
"Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: «Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?». Gli risposero: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Ed egli disse loro: «Andate anche voi nella vigna».".
A D** interessa la risposta al suo amore, alla chiamata del suo amore. Comunque essa arrivi, anche solo un'ora prima della fine della giornata. Questi ultimi riceveranno la paga intera perché hanno creduto alla sua chiamata e sono andati alla vigna, ovviamente senza stipulare patti. Infatti non potevano contrattare, nulla avevano da contrattare. Solo la loro fiducia in quel padrone ricco d'amore, così ricco d'amore da poterlo regalare a chiunque. Sopratutto a chi era privo di merito e di ogni attesa, e non sapeva cosa avrebbe mangiato il giorno dopo e come avrebbe nutrito la sua famiglia.
Ma neanche con i lavoratori della prima ora c'è un problema di meriti. Con chi lavora dalla prima ora c'è innanzitutto il rispetto della chiamata e solo dopo, ma proprio a causa della chiamata e della nostra obbedienza al lavoro che dobbiamo fare, anche dei patti stipulati.
«Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?».
Da qualche parte, Gesù, tu ci dici che solo Dio è buono, e lo dici a chi ti chiama "Maestro buono" e vuole da te una garanzia circa il rispetto dei patti. Ma D** vuole amarci una a uno, non stipulare patti. Vuole l'accoglienza all'amore che ci dona, e vuole questa accoglienza verso e da chiunque arrivi all'ultima ora e abbia niente da dare, se non il suo 'sì': un sì ingiusto perché niente può dare in cambio del salario che salva la vita. Se non solo l'amore che la chiamata di D** suscita in noi e fa crescere dentro di noi e attorno a noi.
Lo dice bene Isaia e tu lo fai vedere ogni giorno della tua vita, Gesù: "Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino.". 
Gesù, tu sei il Signore che si fa trovare, l'altissimo amore e l'abisso vivente di ogni amare, che si fa parte di noi, che entra nella nostra vita con la tua vita, in noi a cui, grazie a te e con te, viene donato il salario della vita, l'amore che fa vivere e dona libertà e amore. Ciò che, quindi, pure noi possiamo dare con libertà e generosità, proprio come l'abbiamo ricevuto. Aiutaci ad amare come D** amore ci ama, Gesù: con semplicità, libertà, mitezza.
ciao r

Commenti

Post popolari in questo blog

AVVISO importante ALLE LETTRICI E AI LETTORI

La vita, Gesù,

Adesso è il tempo (su "Perfct days" di Wim Wenders)