La potenza
In questo episodio c'è un senso di urgenza, c'è qualcosa che ha bisogno di un aiuto immediato, un aiuto che solo tu puoi dare. Vai dalle parti di Tiro e Sidone per riposarti un poco da Israele e dalla tua missione di conversione e salvezza.
Ma una donna sa di te, una madre ti conosce e le serve il tuo aiuto. In qualche modo ti conosce, sa che salvi e ti chiede aiuto per la figlia, chiamandoti con il tuo appellativo messianico, il nome del tuo compito in Israele: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio».
Tu la respingi, ma lei non si arrende. L'amore che ha per la figlia le dice che tu la puoi guarire e questa è la sua occasione. Sei lì, nella sua terra, puoi accogliere il suo amore che grida vita.
Tu la respingi e lei non si arrende.
La figlia può essere risanata, tu puoi liberare la sua vita dal tormento di un diavolo che la uccide. Lei lo sa, sa di te, e te lo chiede in ogni modo.
Ascoltiamo la voce di una madre che ti raggiunge perché usa le braccia dell'amore, forti e capaci di arrivare a te.
"Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone.
Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.".
La cosa più bella di tutto l'episodio è che la donna cananea non fa minimamente teologia, si limita a farti notare che di quell'amore Dio che porti con te e che sei tu, messia di Israele e figlio di Davide, figlio di Dio, le bastano solo le briciole.
Tu la respingi con una buona ragione.
«Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele».
La tua missione è Israele, mettere tutta Israele dentro l'amore Dio e farla docile al regno dei cieli che Dio attua e realizza tra noi e per noi. Tu sei qui per la conversione di Israele, le genti, chi non è Israele, aspetterà la conversione del popolo di Dio.
Così la respingi, ma non completamente. La fai avvicinare. Forse, probabilmente vuoi accoglierla in qualche modo, anche se non le vuoi dare quel pane di Dio che è la tua presenza tra noi. Non vuoi fare l'intervento che lei chiede. Pure nel colloquio ravvicinato sei durissimo: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
Il vezzeggiativo di 'cagnolini' non diminuisce per nulla la durezza della precisazione: sei venuto per dare il pane di Dio, cioè te stesso, ai figli e alle figlie, non a chi non è di Israele, cioè non fa parte della famiglia di Dio.
Ma l'amore di quella donna è così grande che sa usare il tuo rifiuto come base per avere in dono la vita della figlia.
«È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Non è molto ciò che ti chiede, ma per lei è tutto: la vita della figlia che ama ed è tormentata da una sofferenza infernale. Sono solo briciole. Ma in queste briciole che le sue braccia cercano da te, c'è anche la fiducia semplice e forte di questa donna nel fatto che tu guarisci, e che lo fai con la parola, a distanza, senza vedere, senza intervenire. Solo perché il cuore innamorato e sofferente di una madre te lo chiede, e lei sa che tu guarisci e risani. Certo, tu sei l'amore Dio che salva Israele; il buon pane dato alle figlie e ai figli. Ma questa cagnolina ha bisogno di un poco di briciole per vivere e amare la figlia felice della vita, liberata dalla sua sofferenza. Così ora sai che non puoi rifiutare queste briciole alle sue braccia di madre.
L'amore semplice di questa donna vince la tua missione, riceve le ali dalla sua fede in te e raggiunge il cuore del Dio altissimo, dove trova accoglienza.
Possiamo raggiungere il cuore di Dio, possiamo arrivare all'amore Dio che risana, dona gioia e vita, distribuisce felicità. L'amore Dio che sei tu, Gesù, è un dono per tutte e tutti, non solo per Israele, non solo per la tua Chiesa. Perché in tutte le persone si trova la forza e la potenza dell'amore e della fiducia in te; in ogni persona umana c'è la forza potente dell'amore che ti chiede aiuto, senza togliere niente a nessuno, ma aggiungendo amore all'amore. Osando aggiungere il nostro amore, dotato di ali dalla tua presenza, all'amore Dio presente ovunque tra di noi e in mezzo a noi.
Se crediamo in te, Gesù di Nàzaret, crediamo in questo amore che c'è ovunque e in ogni cuore, amore che risana e cura le sofferenze, i nostri demoni che tormentano e affliggono; un amore forse piccolo, ma che con le ali della fiducia in te, l'amore Dio incarnato e vivente tra noi, riesce ad arrivare a Dio per rendere più ricca e bella la pienezza dell'amore immenso.
Aiutaci a fidarci dell'amore, Gesù, ovunque lo troviamo e comunque lo incontriamo, aiutaci a dare a questo amore trovato e incontrato le tue ali di vita e gioia che lo portano a Dio, alla pienezza dell'amore presente immenso. Amen amen
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