L'attesa mite

e forte di Dio che vince solo con l'amore: il regno dei cieli.
Che cos'è il regno dei cieli, Gesù? Però non bisogna iniziare in modo così diretto. Tu non dai una definizione di "regno dei cieli", come scrive Matteo, o di "regno di Dio" come scrivono gli altri evangelisti. Tu dai solo indicazioni, parli per parabole. Allora conviene chiedersi, per prima cosa e sempre, che cosa sono le parabole per te e nella tua missione.
Qui Matteo ne dà una interpretazione forte e lo fa citando il salmo 78,2:
"Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo".
Gesù sei qui per mostrare a tutti, a ciascuna e ciascuno di noi, la realtà del tuo amore, l'amore Dio di cui tu sei il portatore nella tua vita di carne e sangue; un amore che vince, anche se viene sempre contrastato e offeso. 
Il regno dei cieli è vittorioso, anche quando non sembra. Anche se non sembra.
Gesù, quindi, tu parli in parabole perché la tua parola deve essere vissuta dentro le nostre esistenze di corpi e vite che ti ascoltano e seguono. La tua parola dev'essere ascoltata, accolta, partecipata, vissuta, fatta vivere dentro di noi. Proviamoci, col tuo aiuto, perché tu ci sveli la verità del tuo amore, ce ne fai vedere la vita e la bellezza.
"Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: «Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?». Ed egli rispose loro: «Un nemico ha fatto questo!». E i servi gli dissero: «Vuoi che andiamo a raccoglierla?». «No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio»».
Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: 
Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!".
Al centro c'è la parabola della zizzania, che tu stesso ci spieghi. Però ci dai altre due indicazioni preziose. Il seme di senape e il lievito in tre misure di farina. In entrambi i casi sono cose piccole, che spariscono, e non si vedono agire. Ma che agiscono e pure in modo molto forte. Il granellino di senape dà vita alla pianta più grande dell'orto e il lievito nelle mani della donna esperta cambia tre misure di farina in pane capace di sfamare circa cento persone. Il regno dei cieli è mite, piccolo, umile, non si vede; il regno dei cieli è come il lavoro di mani di donna (che al tempo di Gesù, ma pure al nostro, non contavano molto), abili a usare il lievito per lavorare la farina a fare del pane capace di sfamare e nutrire. 
Il regno dei cieli agisce in silenzio e con umiltà, ma la sua azione è potente. Bisogna lasciarlo agire, bisogna seminarlo bene, e avere pazienza e mitezza. A ribadire questo elemento della pazienza e della attesa mite serve la parabola della zizzania.
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo».
Il regno dei cieli è sempre un'azione, un agire determinato.
Nell'inizio della parabola è la realtà di Dio che entra nel suo campo, Israele, e lì semina del buon seme. In modo molto generoso, tra l'altro. Ma 'un nemico' semina la zizzania.
Chi è concretamente il nemico è poco importante. Importante è che la zizzania è un'erba infestante molto simile al grano. Quindi nella fase di crescita è quasi impossibile da togliere. Bisogna aspettare che crescano insieme. Il regno dei cieli è l'azione di Dio tra noi, che però non siamo solo 'buon seme', ma anche zizzania. Mala erba che danneggia e fa male. 
Ma ora, durante questa nostra vita, non si può fare niente. Si può solo crescere bene, come grano, cercando di maturare con la massima ricchezza possibile, con molti semi. Poi, alla fine, arriveranno i mietitori e separeranno grano e zizzania.
«Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Ogni giudizio è rimandato. Noi dobbiamo essere buon grano e crescere bene, appunto come grano. Siamo il lievito, immerso nella farina e nell'acqua per fare buon pane. Non siamo giudici di nessuno, né spetta a noi giudicare. Sappiamo che tu sei la vita, Gesù, e che tornerai, vittorioso, e così ogni male sarà estirpato e bruciato. Allora dobbiamo aiutare il tuo arrivo crescendo come buon seme e come lievito che fa la pasta buona per fare tanto pane che nutre.
Ma senza giudicare, perché non sappiamo distinguere il grano dalla zizzania. 
Aiutaci, Gesù, ad accoglierti in quanto regno dei cieli che è mite e umile di cuore, rendici capaci di viverti nella tua libertà dell'amore che ci fa crescere come vita e buon nutrimento; lavoriamo insieme a rendere sempre più bella la vita, ora, nel mentre che arrivi.
ciao r

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