Il 'mio' tesoro,

Gesù, sei tu: presente amore immenso.
Forse conviene partire dallo scriba.
Ricordiamo chi è uno scriba: si tratta di una persona che dedica la vita alla Scrittura, cioè alla Legge o Insegnamento di Dio, il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide e che tu chiami Padre. I due termini italiani, Insegnamento e Legge, in ebraico sono sinonimi. Indicano Dio che si occupa del suo popolo, cioè di noi umani che siamo stati creati e voluti dall'amore Dio a sua immagine e somiglianza, per cui siamo simili a Dio e in molti modi. Così lo scriba è chi cerca di capire questo insegnamento d'amore e legge di vita, come si è raccolto nella tradizione di Israele, di cui tu, Gesù, sei la parte consapevole e determinata che compie la Legge.
Ascoltiamo le tue tre parabole sul regno dei cieli, come uno scriba che dal suo tesoro della Scrittura riesce a prendere le cose che servono a capire ciò di cui ci stai parlando.
Ascoltiamo la tua vita che ci parla, Gesù.
"«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».".
Siamo sempre dentro la scelta di tutta la vita, ma come qualcosa o qualcuno che viene preso dalla tua rete e trascinato verso riva. Non sono io che decido la mia vita, ma la rete in cui sono preso, nell'insieme delle cose e delle vite che sono dentro la rete che sta pescando. Perché una rete a strascico prende tutto, non solo pesci. E non posso uscire dalla rete. Il regno dei cieli è, innanzitutto, questa situazione esistenziale dentro cui si svolge la mia vita: la realtà della mia vita non mi appartiene, ma è di Dio che, però farà la sua scelta tra ciò che è buono e ciò che è cattivo, pure della e nella mia vita, solo quando la rete sarà a riva, dopo la fine dei nostri spazi-tempi, alla fine del mondo. 
Nel frattempo occorre vivere con chi ci capita di vivere, difendendo l'onore di Dio e la presenza tra di noi del suo amore. Cioè te, Gesù di Nàzaret.
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi».
Ma qualcosa la posso decidere.
Posso cercare la perla più preziosa che c'è, o il tesoro nascosto nel campo che lavoro a servizio. Posso farmi trovare dalla perla e dal tesoro.
Infatti bisogna fare attenzione, Gesù, a ciò che dici: tanto per il contadino che per il mercante di perle si tratta di trovare quella bellezza che sapevano esistente, che speravano di trovare. Così entrambi sono stati trovati da questa bellezza, e non se la lasciano scappare.
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
C'è la determinazione alla felicità: infatti hanno trovato la realtà della loro vita e investono tutto ciò che sono in questa realtà. Anche qui il regno dei cieli è qualcosa che accade ed agisce, ma in più c'è la scelta di ciascuno dei due per la bellezza da cui sono stati trovati, che hanno incontrato; una scelta consapevole e senza incertezze, dentro cui tutta la loro vita è risolta nella felicità. Possono andare verso la conclusione della pesca senza alcun timore. Hanno te, il tesoro e la perla, e la loro vita è salva.
Ti serve farci vedere che abbiamo bisogno di un punto di vista diverso. Non abbiamo niente in questa vita che ci serva per il momento in cui i pescatori, finalmente a terra, aprono la rete e «si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi». Lasciamo tutto nel mare o nella rete. Allora, se ti incontriamo, se troviamo la perla di una bellezza unica o il tesoro nascosto di cui nessuno sa niente, dobbiamo fare la nostra scelta, come il contadino e il mercante: «va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo [...] va, vende tutti i suoi averi e la compra». Ma che cosa significa, concretamente, questo farsi trovare dalla tua bellezza, nelle nostre vite di ogni giorno?
Qui dobbiamo decidere noi, ciascuna e ciascuno di noi. 
Sicuramente non significa voler diventare ricchi di oro e denaro, e neppure significa lasciar morire in mare o nel deserto persone colpevoli solo di voler vivere amando, come cerchiamo di fare noi. Dobbiamo pensare a cosa possiamo portare davanti al Trono di Dio, altissimo amore presente, per testimoniare a nostro favore che abbiamo cercato di amare e di fare l'amore, e non di essere ricchi e importanti. Dobbiamo saper vendere tutti i nostri averi per acquistare l'unico bene che è senza prezzo: tu, Gesù di Nàzaret, l'amore Dio vivente, la sua Parola che salva, il suo regno che vince.
Solo con l'amore che sappiamo fare possiamo acquistare l'amore Dio che si dona; solo vendendo la nostra vita a Dio che già la possiede e la vuole fare felice, possiamo farci trovare da Dio che ci ama. Ed essere felici.
ciao r

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