Dominio di Dio
Non possiamo neppure insistere, Gesù, sul fatto che Giacomo e Giovanni non avessero capito niente, mandando pure la loro mamma da te a chiederti un posto di prestigio al tuo governo, che loro vedevano imminente. Con ogni evidenza.
Infatti, con altrettanta evidenza, noi siamo esattamente nella stessa condizione, perfino peggio, perché noi siamo qui dopo e a causa della tua morte e risurrezione, cioè dopo l'annuncio del Vangelo "a tutte le creature" da parte dei tuoi amici. Infatti noi continuiamo a pensare che il dominio di Dio sia il modello di riferimento dei nostri domini: come noi dominiamo sulle creature e sulle persone umane, così Dio domina su tutto e su noi. Niente di più sbagliato, almeno stando alle tue parole. Così ascoltiamo con umiltà l'amicizia, affettuosa e ironica, che sei per i tuoi amici e la loro mamma preoccupata della loro carriera con te.
"Allora si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».".
La domanda fondamentale che fai, in realtà non è ancora quella davvero fondamentale. Ma dobbiamo avere pazienza con noi stessi e smettere di giudicarci, affidandoci a te, che ci ami e sai che cosa ci serve per amare e amarci come, allo stesso modo in cui tu ci ami.
«Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?».
La risposta entusiasta è "Sì!", ma non è una risposta vera e tu lo fai notare.
«Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Ti seguiranno. Anche Giacomo ti seguirà, primo tra gli apostoli, testimone sincero e pronto del tuo amore. Ma questa testimonianza non stabilisce nessuna gerarchia di potere o di prestigio e, se c'è pure una gerarchia davanti al Volto di Dio, essa è riservata al solo Padre Madre e neppure tu la conosci. D'altra parte la tua vicenda umana ti vedrà innalzato sul trono della croce e alla tua destra e sinistra avrai due ladroni, di cui uno più consapevole dell'altro e che ti affiderà la memoria della sua vita, perché seppure ti vede in croce, non riuscirà a concepirti come uno che può morire.
Tu, Gesù, sei il regno dei cieli e quindi ti possiamo affidare le nostre vite e le nostre storie, perché il tuo amore vive. Sempre. Per questo il tuo amore è solo dono.
«Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Aiutaci, Gesù, a scegliere e decidere la libertà dell'amore che proponi nella quotidianità della nostra vita. Che ciascuna e ciascuno di noi sia dono di Dio all'amore che fiorisce nella Terra e fra tutte le creature.
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