Te ne vai,

per restare.
Siete in Galilea. Sono i luoghi da dove sei partito per compiere la tua missione di redenzione, con il regalo dell'amore a ciascuna e ciascuno di noi: la Galilea delle genti (Mt 4,12-17). Così è proprio lì che raduni i tuoi amici per lasciarli soli, ora che hai vinto la morte, e sei nato dai morti a una nuova vita felice, gloriosa, libera, innamorata, viva nel santo volto di Dio. 
Te ne vai, ma lo fai dando loro il tuo comando definitivo, esprimendo quel tuo desiderio d'amore che loro devono colmare, desiderio che spetta loro di compiere nelle proprie vite, donandoti a tutte le persone di tutte le genti. 
Questo vuol dire vivere il tuo amore nel mondo: guardare a ciò che succede in Terra, tra le persone e le genti, portando a loro e ovunque la bella notizia che Dio è sceso tra noi, s'è incarnato per amarci e s'è fatto carico di tutti i mali del mondo, portandoli con sé nel fuoco dell'Amore spinto fino alla fine, fino al dono completo di sé. Fino alla croce.
Ascoltiamo la tua voce che libera e ci fa gioia di amare.
"Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».".
Sono lì dove ti hanno conosciuto. Lì, dove quasi ogni pietra, barca, casa, sasso, monte parlano a loro di te; siete stati tre anni insieme e tu li hai scelti, una a uno; così si sono trovati a essere un gruppo particolare di persone scelte dal maestro, e non che hanno scelto il loro maestro, com'erano gli altri gruppi. Sono una comunità di maschi e femmine, costruita da te attorno a te, e dove manca ogni rito di iniziazione, utile per dimostrare e far vedere pentimento e rinnegamento dei loro peccati, per indicare che aderiscono a qualcosa. Si sono trovati ad essere un gruppo di persone unico, in Israele di allora e non solo in Israele: un insieme di persone con dentro peccatori e peccatrici la cui vita è stata cambiata dal fatto semplice che tu li hai scelti e scelte, una a uno, per averli sempre con te. E così hai regalato loro la santità libera e potente dell'Amore Dio: quel suo regno che è tra loro e sempre s'avvicina.
Poi i maschi ti hanno abbandonato da solo sulla croce, mentre le femmine ti hanno seguito, ma loro contavano niente, contano niente, la loro presenza è irrilevante, anche ora.
Così i tuoi amici maschi si recano in Galilea, proprio perché glielo dicono le donne della loro comunità, quelle a cui ti sei mostrato per far vedere che hai sconfitto la morte e sei vivo, che sei il Signore mite e umile di cuore di ogni cosa e realtà, «in cielo e sulla Terra».
Lo fanno, vengono all'appuntamento, ti vedono, ti conoscono e si prostrano: ti adorano e dubitano.
"Essi però dubitarono".
Difficile dire di che cosa dubitano i tuoi amici e discepoli maschi, sopratutto per noi che, come loro e più di loro, dubitiamo della tua resurrezione e ancora non sappiamo bene che cosa significa "risorgere dai morti". Allora dobbiamo accettare la realtà di questo scetticismo e compierlo, completarlo in noi con una fede semplice, ingenua e intuitiva, che accetta di conoscere nella propria carne la realtà potente del tuo amore. Solo con una fiducia così possiamo e dobbiamo ascoltarti a cuore aperto, ferito dal tuo amore, ma vivo nella e della fiducia semplice e bella che mostri di avere in noi e nelle nostre vite.
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Troppo dense, troppo "gravide" di vita e amore, sono queste righe, Gesù amico, per le povertà e le debolezze della mia fede e della mia preghiera. Ma qui c'è l'atto di nascita di quella realtà storica, cioè viva dentro i nostri spazi-tempi, che è "la tua chiesa", la comunione in te e con te di persone di ogni ceto, genere, lingua, etnia, costumi, abitudini, etiche; persone che vengono radunate insieme solo dal fatto che tu le chiami, una ad una, e le fai essere tue, amiche tue piene di gioia solo perché ogni giorno sperimentano il tuo amore nelle loro carni. Ecco,tu sei con loro, con noi «tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Te ne vai, torni all'unità degli amori infinitamente diversi che siete con il Dio assoluto che chiami Padre; eppure resti, qui e ora, nelle nostre esperienze di vita e amore intrise delle nostre carni, esperienze piene di gioia nell'ascolto solo della tua voce che chiama, che dice il mio nome con tenerezza amante.
Amen amen, Gesù: aiutaci ad aprirci al tuo amore carnale pieno di quello Spirito divino colmo della gioia di D** di donarsi a ciascuna di queste nostre vite.
ciao r



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