Mangiarti,

nutrirci di te.
C'è poco da dire, Gesù: ci fai venire fame di te, e allora sei tu che devi nutrirci. Non possiamo mangiare un cibo diverso dalla tua carne e dal tuo sangue. Solo tu ci dai nutrimento di vita che risana e dona felicità e gioia. Solo tu sei questo pane d'amore. Ma. Sì, Gesù, oggi sento un 'ma' importante al tuo nutrimento d'amore, alla nostra sequela della tua carne.
Ascoltiamo la voce della tua vita, per continuare ad amarti.
"Dopo questi fatti, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.".
Il punto è che bisogna passare attraverso noi, per l'offerta generosa e senza limiti di ciò che siamo e abbiamo. Infatti se il poco che siamo e abbiamo basta a malapena per noi, non possiamo darlo! 'Ma'. Ma solo se lo diamo, liberamente e senza pentimento, con l'umile mitezza della generosità dell'amore, allora questo poco che è nelle nostre mani diventa la porta aperta da cui tu entri e ci vivi, insieme a Dio Madre Padre. 
Diventa, così, il tuo amore che nutre.
"Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo".
Aiutaci, Gesù, a donare ciò che siamo, anche se è davvero poco. Lasciamo a te il compito di darlo a chi vuoi tu, e così scopriremo che non finisce. Perché è amore.
ciao r

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