Perché

l'amore che Dio ci chiede è sempre diretto e reale.
Occorre aggiungere una precisazione, Gesù, alla tua parabola: "Ero straniero e mi avete escluso, ero migrante e mi avete respinto, ero naufrago e mi avete fatto annegare».
Tu non giudichi, Gesù, specie in questa parabola. Prendi atto. Non puoi dare amore a chi si rifiuta di amare e produce azioni che fanno morte e odio. Tu asciughi le lacrime di questi migranti che sono morti perché il governo italiano impedisce i soccorsi, punendo chi salva vite inermi. Ma neppure tu puoi asciugare le lacrime di una madre che ha visto il figlio morire nel mare, se lei non perdona. E come può perdonare l'omicidio del figlio causato dall'egoismo stupido e bugiardo di chi confonde la realtà con le sue menzogne?
Ascoltiamo la tua parola, Gesù, mettendoci alla tua sinistra, tra i capri senza salvezza. Perché solo se conosciamo il nostro male possiamo chiedere perdono a una madre. E a te.
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Come possiamo stare tra le pecore? Non è un problema di "buona condotta", è un problema d'amore, e di un amore che bisogna dare senza contropartite perché anch'io sono amato senza contropartite. Se do con generosità e coraggio l'amore che ricevo, allora son capace di stare alla destra di Dio, per incontrare il suo amore, senza cadere nella paura e nell'inferno del male che ho fatto e di cui non chiesto perdono perché non l'ho conosciuto. Anzi, l'ho negato. Così viviamo in un mondo che nega l'amore e il soccorso a chi è debole, fragile, inerme, in difficoltà. Anzi, spesso fa azioni che fanno crescere la debolezza, la fragilità, l'essere inerme e in difficoltà, e lo fanno con consapevolezza perché ne ricaviamo dei vantaggi.
Questo operare a favore dell'inferno si vede bene con i migranti. Ma c'è in carcere, dove in Italia è stata ripristinata la pena di morte col nome di suicidio: infatti a chi è detenuto va tolta la libertà, non la vita che è resa un inferno spingendo al suicidio. C'è nelle nostre città, dove ci sono sempre più persone senza dimora, esposte al freddo e a ogni male. C'è nelle nostre campagne, dove abbonda il lavoro salariato con stipendi di fame e, spesso, pure trattenuti ben oltre "il mattino dopo", c'è nelle nostre terre sconvolte da guerre insensate e senza fine, che fanno guadagni di morte.
Finché viviamo in queste condizioni di male siamo tra i capri.
Aiutaci, Gesù, a fare l'amore nelle realtà che viviamo, dato in modo immediato e reale a questi piccoli che mi stanno attorno, senza contropartite. Perché ciascuno di loro sei tu, la pienezza d'amore che vive.
ciao r

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