Lo sposo

che non può essere tolto.
Gesù, scusami, ma è nel giusto Isaia, meglio, l'Altissimo amore che parla con la bocca e le mani di Isaia (Is 58,6-8).
«Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?».
I digiuni servono, nella gran parte dei casi, a perdere peso eccessivo. O a morire, quando nessuno ti dà cibo e il cibo che ti vien dato è guasto o avvelenato.
Tu lo sai e lo vivi, Gesù: il digiuno che Dio vuole è l'amore, ma quell'amore che esiste e vive come l'altra faccia della giustizia, perché amore e giustizia sono realtà unite in modo indissolubile e chiedono gli stessi comportamenti.
Ma non ti metti a discutere dell'utilità dei digiuni davanti a Dio quando sono accompagnati dal fracasso di pratiche di odio, ingiustizia, oppressione, violenza. Tu scarti di lato e stai in un altro punto di vista. Ascoltiamo la tua vita che ama.
"Si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».".
La domanda è invidiosa e tende insidie teologiche. Mi pare di sentirli: "Ma come? noi digiuniamo come prescrive la Legge e loro no?". Vogliono da te una discussione teologica sul digiuno, anche loro conoscono Isaia.
Ma tu non fai discussioni teologiche, tu fai amore e parli di come bisogna amare per essere perfetti nell'amore, come il Padre che è nei cieli. Così scarti di lato, ti sposti da quella domanda.
«Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?».
No. È auto-evidente. Siamo al pranzo di nozze, c'è lo sposo e siamo felici. Non si può digiunare. Ma se lo sposo ci viene tolto...
Anzi. "Quando", lo sposo ci viene tolto.
Certo, c'è la settimana santa, quella della tua passione e morte. Così oggi stiamo in preghiera e digiuno per stare con te in quella settimana d'amore, quando il mondo ha tentato di toglierti a noi, al tuo amore per noi e per chi ti uccideva.
Non è stato possibile, non è possibile: tu sei risorto perché sei Dio, parte di Dio, generato da Dio come parola d'amore che vive e opera. La morte non poteva tenerti e, anzi, tu hai distrutto e saccheggiato gli inferi, liberando in Dio chi era tenuto prigioniero. La morte e il male sono stati sconfitti.
Tu, Gesù sposo, non ci sei stato tolto, non puoi essere sconfitto e vivi in amore con noi, anche oggi. Non possiamo digiunare. Il nostro digiuno, ormai, è solo quello richiesto per bocca di Isaia: «sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo».
Questo è il digiuno che ci viene chiesto. Lo facciamo?
Aiutaci, Gesù, a digiunare come vuole il Padre, facendo amore che sia giustizia e che produce altro amore che è giustizia. Aiutaci a farlo, ogni giorno.
ciao r

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