Toccarti,

per essere vita.
Certo, Gesù, il tema di questo brano di Marco è la fede in te, la fiducia piena e tranquilla che ci sei e ci guarisci, solo perché sei qui, presente. Infatti tutta la potenza di Dio ti sostiene e vive con te. Ma non c'è solo la fiducia, Gesù, c'è anche il tema di toccarti, di stare in un contatto fisico con te, da cui far passare a noi la tua forza, questa potenza di Dio che ti abita. Dobbiamo toccarti e farci toccare da te, per essere vita piena, per essere fonte d'amore per le vite attorno a noi. Allora ascoltiamo la tua vita, perché l'ascolto è la prima forma di relazione tra corpi.
"Essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.".
Ci sono undici passaggi, nel racconto di Marco, che dicono la fisicità potente del rapporto con te.
Da Giairo che ti si getta ai piedi (e invoca 'le tue mani' sulla figlia che sta morendo), alla tua mano che prende una mano della ragazza morta a letto e la chiama ad alzarsi, questo racconto è tutto un susseguirsi di rapporti fisici. Si conclude con la tua indicazione di dare da mangiare alla bambina, che è l'atto più fisico della nostra vita, perché la mantiene in forze e le consente di vivere.
Questa fisicità è sostenuta dalla fede.
Ciò che risana la donna è la fede che lei ha in te («Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata»), fede che è così forte da pensare che la puoi guarire anche se non ne sei consapevole. Non può chiederti di toccarla perché ha perdite di sangue ed è impura: tu non la puoi toccare, né lei ti può toccare. Così lo fa solo sulle tue vesti, di nascosto, pensa lei, e guarisce. Ma tu vuoi la nostra consapevolezza e libertà, così costringi la donna a dichiarare pubblicamente la sua fede in te e la sua audacia che viola la norma. Così è salvata.
Lo stesso sistema di relazioni nell'episodio di Giairo, dove c'è una fisicità anche negativa. Per due volte cacci via chi non crede in te: i morti non risorgono e tu non puoi nulla. Questi increduli li cacci via due volte, e ogni volta raccomandi la fede in te. Infine alla figlia di Giairo la prendi per mano, con un gesto affettuoso, la fai alzare dal letto per vivere e, innanzitutto, per mangiare, nutrirsi.
Tu appartieni alla vita, Gesù, ne sei la parte più intima e forte. Per noi sei il 'Verbo', il 'Logos' creatore e ordinatore, 'Parola' che salva. Apparteniamo a te, perché ti seguiamo e desideriamo imitarti. Così la nostra preghiera è intrisa di fisicità e l'amore che diamo è pieno, dev'essere pieno di mani donate alle carezze e alle cure. 
La nostra fiducia nella tua presenza potente tra noi, Gesù, è indispensabile ma non è sufficiente. Dobbiamo applicarla, darla ai corpi che incontriamo per sanare le loro ferite, e le nostre. Dobbiamo sempre e ancora incarnare il tuo amore nei nostri mondi di vita. Dandoci le mani, l'una l'altro.
ciao r

Commenti

Post popolari in questo blog

AVVISO importante ALLE LETTRICI E AI LETTORI

La vita, Gesù,

Adesso è il tempo (su "Perfct days" di Wim Wenders)