La pace

per prima cosa, l'amore Dio come sua conseguenza.
Gesù, a volte...
Arrivo come un agnello in mezzo a un branco di lupi, che hanno fame perché non mangiano tutti i giorni, e specie del cibo buono, e io son cibo buono. Come entro nel branco dico "pace a questo branco". E loro, i lupi, mi mangiano più contenti.
Sorridi, e sento che ti piace la mia contestazione.
Dobbiamo seminare te, non costruire i nostri successi di persone che portano il tuo vangelo, la tua bella notizia. D'altra parte tu vinci a modo tuo e il tuo regno si costruisce con l'amore donato, anche se per dare questo dono divento buon cibo per chi incontro. Con te non ho più paura.
Ascoltiamo la tua voce che canta l'amore che vive e fa vivere.
"Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».".
Potrei fermarmi alla cosa che ho scritto sopra, Gesù, ma c'è un'altra musica che mi suona dentro.
Dobbiamo arrivare, chiedere amore (cioè cibo e un tetto), accettare ciò che ci viene offerto, non cambiare "casa" dove siamo ospitati. Questo passaggio mi colpisce molto.
«In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra».
Siamo in cammino con te e andiamo verso il regno di Dio che sei tu, con cui e dietro a cui camminiamo. Siamo "quelle e quelli della via". Poi ci chiameranno col tuo nome, cristiane e cristiani, ma innanzitutto siamo nella via con te e lo diciamo a voce alta. Quindi se entriamo in una casa è solo per dare l'annuncio a quella città, e così in quella casa restiamo; anche se poi tutta la città si converte e ci vogliono dare altre case, più belle. Non siamo clero, un ceto di professionisti della tua parola e del sacro, siamo operai della messe di Dio, pagati a giornata. Dobbiamo restare dove ci accolgono e dove hanno ricevuto la tua pace. Dobbiamo restare, senza cercare "miglioramenti e progressi", che poi è l'altro aspetto del nostro essere inviati. Finché c'è da lavorare in questo campo, qui resteremo, altrimenti andremo dove tu ci mandi.
Dare la pace, ricevere la pace, offrirsi come buon cibo, lavorare il campo del Signore per questa giornata in cui siamo stati assunti, restare e andare via, camminare e fermarsi.
La vittoria è tua, Gesù, perché sei tu quell'amore Dio che ci trasforma in viva esperienza d'amore, donata a chi ne è privo; ed è nostra perché solo in te viviamo.
ciao r

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