La comanda

di raccontare il vero è il dono alla Pienezza d'amore.
Come dobbiamo e possiamo seguirti? 
Mi identifico con l'indemoniato che vorrebbe starti vicino e far parte del tuo gruppo, ma tu non glielo permetti. Sai e vedi la sua gratitudine piena di gioia. Gli hai restituito la vita, anzi, gliene hai data una migliore, perché quella che aveva prima lo aveva trasformato in un possesso infelice della legione di diavoli. Vedi il suo desiderio di amarti e gli chiedi un atto d'amore: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te».
Non c'è solo gratitudine, c'è gioia, felicità. Le vedi e, per questa gioia felice gli chiedi di testimoniare la verità.
Il mondo gli ha fatto del male, il Signore l'ha salvato per mano e decisione tua. Adesso ama, perché è stato riempito dal tuo amore che gli dona un mondo diverso da quello in cui viveva, e che lo portò a vivere tra tombe, in un inganno di cadaveri sepolti. Gli hai donato il mondo dell'amore, che può raccontare nella verità: la vita è Dio che ama e risana le nostre ferite, facendoci nascere alle esperienze d'amore. 
Ascoltiamo la tua vita, Gesù, per raccontare a tutte le persone che incontriamo che tu sei l'amore e lo regali.
"Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.".
Incontrarti è sperimentare nelle nostre carni che tu sei il dono, la fonte continua e incessante di ogni atto d'amore. Ma serve umiltà, consapevolezza delle nostre ferite, almeno la coscienza elementare che siamo feriti e che siamo noi stessi a procurarci queste ferite. Viviamo tra cadaveri sepolti e fuggiamo la vita e la gioia della vita. Quel tipo che ti corre incontro lo sa.
«Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Certo, sono i demoni a parlare, ma l'essere umano che sta sotto il tormento dei demoni si getta ai tuoi piedi e si affida a te.
E tu gli dai la vita.
Ma bisogna aver fiducia in te e nel Dio altissimo che risana e guarisce e non nei nostri cadaveri sepolti, più o meno bene, nei nostri cimiteri. Per chiedere la vita e averla bisogna aver fiducia nell'amore, perché sei tu l'amore e con te il Dio Padre Madre che ti ama.
I gerasèni vedono l'amore e ne hanno paura: "Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura".
Per questo ti chiedono di andare via, anzi ti pregano di andartene, perché loro preferiscono allevare animali impuri per fare soldi, che conoscere la felicità dell'amore donato.
Te ne vai, ma lasci a loro il tuo nuovo amico con un compito bellissimo: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Lasci la contraddizione dell'amore che vive, racconta la verità di ciò che accade, fa vedere dove stanno la gioia e la felicità. Lasci il tuo amico a raccontare la tua bellezza.
Aiutaci a essere tue amiche e tuoi amici per dire, a chiunque incontriamo, la bellezza felice di conoscerti e come solo questa esperienza sia amore. Qualsiasi nome ti diamo.
ciao r

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