In periferia, tra

genti diverse, tra chi è lontano: qui è la tua strada.
La successione degli eventi che Matteo descrive è lineare.
Hai fatto il battesimo di Giovanni, che esercitava la sua missione in Giudea, sul Giordano; subito dopo ti sei fatto il tuo tempo in solitudine nel deserto, dove hai avuto conferma della tua missione in quella preghiera intensa e motivata con Dio tuo Padre, che noi chiamiamo "tentazioni"; infine stai da quelle parti, fino a quando non sai che Giovanni viene arrestato.
A questo punto inizi la tua predicazione. Ma non la fai in Giudea, nelle zone dove Giovanni aveva operato, e dove il terreno era stato preparato, bensì torni in Galilea, anzi "ti ritiri (anekòresen)" nella periferia di quella periferia dell'impero romano che era il popolo e la terra di Israele. Vai tra il "popolo che camminava nelle tenebre" nella Galilea delle genti dove la parola e l'insegnamento di Dio al suo popolo, la Torah, non era conosciuta e, comunque, ignorata e dispersa in pratiche e abitudini idolatriche. Lì inizi la tua strada come 'Parola di Dio', con la bella notizia che bisogna convertirsi perché il tempo è compiuto e «il regno dei cieli è vicino». Ascoltiamo Matteo che ci racconta l'inizio della tua strada nella periferia della periferia.
"Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.".
Due punti mi colpiscono, Gesù.
Il primo è che ti scegli qualche discepolo, delle persone che stiano con te e condividano la tua missione. Non aspetti di essere scelto, non ti proponi come maestro di Torah, semplicemente chiami chi vuoi. E lo fai con una motivazione paradossale, almeno strana: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».
Tra l'altro il contesto è ordinario: "Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori". Nulla c'è di sacro, mistico, potente e strano in questa scena. Tu cammini lungo il mare di Galilea, dove ci sono barche e pescatori. Li guardi lavorare, e passi oltre. Poi ne vedi due, "Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare", e li chiami, proprio questi due, con quella strana motivazione: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».
Poi replichi la stessa chiamata a "Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti" e pure loro non esitano e ti vengono dietro.
L'unica cosa "mistica" e piena di mistero di questa scena è proprio il fatto che ti seguono, abbandonando di colpo ciò che avevano fatto fino a quel momento per andare vero una vita che solo tu conoscevi e pensavi, ma che loro ignoravano totalmente. Si fidano di te e ti seguono. Avranno avuto le loro ragioni, mi limito a constatare che anche loro, come Abramo, si incamminano su una strada che solo Dio conosceva. C'è fede, certo, ma c'è un bisogno d'amore che solo in te e con te viene colmato. Questa chiamata e questa scelta non si sono fermato con Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni, ma continua e ancora oggi ti seguiamo perché ci chiami ad amare in una terra che solo tu conosci e dove andiamo solo perché tu ci porti. Non è solo fede, è anche amore, speranza e bisogno d'amore.
Il secondo punto è ciò che fai, insieme a questi amici che ti sei scelto: "Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo".
Cammini. Non ti fermi da qualche parte, non hai un "quartiere generale", una "casa di comando" dove decidere che cosa fare e come farlo. Cammini e confidi che qualcuno vi aiuterà e qualcun altro vi darà da mangiare. Certo, innanzitutto le famiglie dei tuoi nuovi amici, forse. Perché magari non erano contente della scelta dei loro parenti. O, invece, magari erano contente, perché non predichi soltanto, ma anche guarisci "ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo". Ma comunque siete sempre in cammino, per tutta la Galilea, e vi trovate con gente di ogni tipo a insegnare, annunciare 'ai poveri' la bella notizia, risanare chi è ferito nella vita e nella carne. Questo che ancora ci chiedi di fare e che, con difficoltà, facciamo ancora pure noi.
Seguirti è semplice, Gesù. Basta accettare le due condizioni che fai vedere all'inizio del tuo cammino: fidarsi di te perché riconosciamo di aver bisogno d'amore, amore da ricevere e da dare; camminare sempre senza avere quartieri generali, incontrando persone e guarendo le loro infermità, per ciò che possiamo, mentre gli diamo la bella notizia che il regno dei cieli è possibile, è qui vicino, arriva.
Accettando ogni conseguenza di questo nostro seguirti. 
Non lo facciamo benissimo, Gesù, ma lo facciamo. Tu aiutaci a lasciarci amare da te per imparare bene ad amare pure noi. Perché questo è il regno dei cieli che arriva: l'amore che vince come pienezza di vita. Oggi, ora.
ciao r

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