Se la scelta è amare

non siamo mai abbastanza per l'amore.
Parabola famosissima, Gesù, dove ci riporti al nodo fondamentale della nostra vita: che cosa è 'vivere'? Quali sono i sensi di vita e amore che abbiamo in eredità quando iniziamo a respirare e quali altri sensi dobbiamo aggiungere a quelli avuti in dono? e, sopratutto, farlo nelle fatiche quotidiane dei nostri vivere? In tutto il tuo cammino, Gesù Signore, ci chiedi di aggiungere amore a quell'amore che ci ha fatto vivere; poco o molto che fosse era abbastanza per darci la vita. Lo sai come la penso: tutto sommato, mi sembra davvero che ci proviamo, certamente anche ben dentro i nostri limiti e le nostre insufficienza, spesso gravi. 
Ma per questo, allora, per far crescere l'amore in noi e attorno a noi, mi sembra che è decisivo essere consapevoli di ciò che siamo e viviamo. Non per vantarmi, Gesù, ma io... e t'incontro, vivo nella tua parola e le mie certezze cadono, come un castello di carte, al soffio del tuo sorriso.
Devo ascoltarti, Gesù, con l'umiltà generosa che tu insegni.
Lc 18,9-14
"Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».".
Che cosa ci rende persone giuste? esseri umani che sanno di sé che la parola "giustizia" descrive i loro comportamenti?
Dipende.
Ma per te, Gesù di Nàzaret, sono assolutamente certo che la parola 'giusta/giusto' descrive i tuoi genitori nella carne, i due esseri umani che ti hanno dato la vita in senso biologico, la tua carne e il tuo sangue, e la vita in senso psichico profondo, linguistico, etico, culturale, orientandola alla libertà, cioè al rispetto per l'altra persona e l'altra vita, rispetto che c'è solo quando rispetto e amo la mia. E sono altrettanto certo che Maria e Giuseppe di Nàzaret non disprezzavano nessuno e ti hanno insegnato ad amare chiunque incontravi, con i suoi limiti e le sue ferite. 
Davvero occorre conoscersi e amarsi per amare e offrire la vita alla presenza di Dio, che agisce in noi e con noi. Tu su questo sei d'accordo, lo dici sempre nel tuo Vangelo.
Qui, in questa parabola, sei concreto e ci indichi due tipi di conoscenza di sé una positiva e l'altra negativa.
Il pubblicano non può farsi molte illusioni su di sé: riscuote tasse per l'occupante straniero e leva risorse a tutti, ricchi e poveri, ma quindi fa più danno ai poveri. Il fariseo "rispetta la legge", l'Insegnamento di Dio che è la verità profonda di Israele, e riassume questa obbedienza nei digiuni e nelle decime. Il pubblicano è afflitto di sé e nulla ha da offrire a Dio, oltre alle lacrime del suo dolore. Il fariseo è contento di sé e ha un bell'elenco di cose da mostrare a Dio. Cose vere, peraltro. Il pubblicano tiene conto di Dio, della potenza della Pienezza d'amore davanti a cui nulla di ciò che lui fa conta. Il fariseo mette Dio dietro la Legge e non ne vede la potenza e la presenza. Il pubblicano si conosce per ciò che è nelle realtà in cui vive, il fariseo per ciò che mostra di essere davanti alla Legge e agli umani, quindi non si conosce, non sa chi è davvero. Il pubblicano dà tutta la sua esistenza a Dio, mentre il fariseo si tiene il poco che è, non riesce a dare nulla all'amore Dio.
Questa differenza è ciò che tu chiami umiltà, sapersi fatti di terra, suolo da calpestare che ci sorregge e tiene in piedi.
L'umiltà mette in rapporto con Dio e ci apre il suo cuore.
L'umiltà apre alla libertà di amare e accogliere l'altro amore in cui e di cui viviamo.
L'umiltà vince, ha già vinto in te, Gesù crocifisso e risorto.
Aiutaci a essere vivi, Signore e amico, per farci sempre più consapevoli di noi e dei nostri amori, con tutta la tua umiltà e con la libertà di Dio Pienezza d'amore.
ciao r

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