L'umiltà:

ma che cos'è (in te, per te, con te, Signore) "umiltà"?
Un modo di sentire ed un, conseguente, modo di comportarsi. Così mi dice il dizionario. Ma questa definizione dipende da te, ne sono convinto. Allora ritorno alla domanda. Che cos'è, in te per te con te, Gesù di Nàzaret, l'umiltà?
Ascoltiamo la tua vita con attenzione e amore, perché ne dipende della nostra vita e della tua intrecciate insieme.
"Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».".
L'umiltà richiede consapevolezza. Devo sapere chi sono e cosa voglio, da me, dal mondo, dagli altri, da te, Gesù amico e Signore, per occupare solo lo spazio minimo che mi serve e, da lì, essere utile alle altre persone attorno a me: per servire e non farmi servire. L'umiltà è questo discernimento della relazione decisiva tra me e le altre persone, avendo sempre presente tutto ciò che ho avuto e che non meritavo di avere, che non era mio diritto avere ma è mio.
Nel tuo esempio, Gesù, 'umiltà' è solo questa consapevolezza: mi invitano a un pasto e ignoro quali sono le priorità di chi mi ha invitato e a quali logiche, affettive e di relazione, risponda la presenza di quelle persone, compreso me, a quel pasto e, quindi, quali siano le gerarchie reciproche in quel pasto. Ma voglio bene a chi mi ha invitato, non voglio creare problemi e mi metto all'ultimo posto. Magari vengo lasciato lì, ma l'ospite mi sarà grato per aver risolto problemi con quella mia scelta di umiltà. E anche solo questa gratitudine è già un bel premio.
L'umiltà è l'atteggiamento e il sentimento che Dio possiede ed è verso di noi, perché siamo cercate e cercati come chi è amato dall'amante: Dio è innamorato di noi e ci desidera. Allora, da parte nostra, essere umili significa farsi trovare, cioè avere il cuore e la casa sempre aperti a ogni incontro che arriva, a ogni richiesta che mi viene fatta, e, così, accogliere sempre Dio Altissimo che mi viene a trovare.
Proprio come fai e sei tu, Gesù di Nàzaret, amico sposo e Signore.
Lo so che sono lontano da questa tua umiltà vincente, Gesù, ma sei Dio e a te nulla è impossibile: allora aiutami, amico mio, così che io possa vivere e aiutare come sai fare tu.
ciao r

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