"Al contrario" è la scelta

di vita che ci proponi, Gesù.
Il "discorso dell'invito a pranzo" è uno dei momenti in cui sei più esplicito per quanto riguarda la scelta di seguirti e di fare della nostra vita come dicono la tua parola e la tua vita. Hai già detto dell'umiltà, cioè dello scegliere deliberatamente e sul serio, ovvero senza ipocrisia,  "l'ultimo posto" e mai il primo, come la scelta deliberata di discernimento rispetto a chi sono e che cosa faccio nel mondo. L'ultimo posto è il tuo posto, Gesù, salvo la volontà di chi ti ospita. Qui la regola è la stessa, ma applicata alla relazione con il mondo, cioè a quel "dare e avere" che è la prima scelta nelle nostre relazioni sociali e umane. Rendi esplicito il senso della scelta di vita che ci proponi. Ascoltiamo la tua parola e la tua vita.
"Poi Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».".
Naturalmente il nodo difficile di queste tue parole è che tu stai già facendo ciò che proponi. Tu agisci per affermare il regno di Dio nel mondo, cioè perché sappiamo che tu sei già e così ti riconosciamo essere "Messia di Israele" e suo "Re", quindi "Re di tutte le genti", scelto e unto direttamente da Dio. Vuoi questo riconoscimento, ma non dai un segno evidente. "Al contrario" non solo ti presenti come un granello di senape, ma sei proprio il granellino di senape messo da Dio, Padre Madre, nel mondo, gettato in terra come tanti altri e non "apparentemente", ma sul serio. Come può nascere da te il regno di Dio, Gesù, Gesù mio, sposo re e amico?
«Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Il tuo sguardo è diverso. Non devo guardare al mio tornaconto di adesso, ma al mio tesoro presso Dio, quello che costruisco ogni giorno della mia vita. O credo alla "resurrezione dei giusti", Gesù, cioè innanzitutto alla tua resurrezione, o è del tutto inutile che mi ponga questo problema di fare "al contrario" di come fa il mondo. Infatti, se voglio essere giusto, posso essere solo davanti a Dio, Infinito Amore e Immensa Giustizia, perché non posso esserlo davanti ad altri esseri umani, intrisi come me di peccato e di male, e quindi privi del discernimento di decidere che cosa è bene o male per me, per chi vive attorno a me, per chi vivrà dopo di noi.
Per questo vale la tua scelta, quella che ci proponi: dare, dare sempre, senza mai chiedere il "contraccambio".
«Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti».
Dare amore sempre, anche protestando con durezza per l'odio che riceviamo in cambio dell'amore che diamo, ma senza mai smettere di darlo. Come stanno facendo oggi le donne in Iran, Gesù, che ti chiedo di aiutare con tutta la tua forza d'amore.
E aiuta anche noi a comprometterci con te, dando amore con tutta la tua libertà e semplicità, per affidare a Dio il contraccambio di questo amore sparso con generosità e libertà, come semi di vita.
ciao r

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