Chi sei, Gesù,

davvero, per me e per noi.
Siamo abituati alla tua presenza. Ci sei e vivi nelle nostre vite. Sempre meno, a quanto dicono, però ci sei. Non sei presente solo nelle chiese, cioè negli edifici di culto, ma sei proprio presente nelle abitudini e nei discorsi delle persone, almeno qui tra noi, ma non solo, ne sono convinto.
Ma chi sei davvero per me e per noi, Gesù? Oggi lo chiedi ed è importante risponderti, ascoltando.
"Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».".
Siamo d'accordo con Pietro: tu sei «Il Cristo di Dio», Gesù, il Messia di Israele, l'Inviato da Dio nel mondo per compiere la Sua volontà d'amore nelle nostre carni di vita e nelle realtà delle storie umane. Ma questo che significa? Nelle nostre concrete esistenze che significa questo fatto? 
Sopratutto, mi sembra, che ci riferiamo alla tua presenza, nei vangeli e nelle nostre Chiese (intese come liturgie, riti, comportamenti, azioni, memorie) così che questa tua presenza agisca nelle nostre vite come preghiera  e confronto. Sei un modello, l'esempio, il nostro soccorso. Ma in che senso?
Abbiamo l'immagine di te crocifisso appesa al collo e usata come simbolo d'amore e, temo, anche come gioiello e ornamento.
Ma forse non abbiamo ancora nel nostro cuore e nella nostra speranza la realtà più forte e piena della tua presenza.
«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Tu sei "il crocifisso" perché il mondo, nelle forme storiche del tuo popolo, ti rifiuta e ti condanna a morte come bestemmiatore di Dio e sovvertitore della pace, di qualcuna delle tanti paci umane così provvisorie e violente. Ma sei qui proprio per questo, per essere rifiutato e, così, raccogliere in te e immolare con te ogni male, tutto il nostro male, e deporlo nell'abisso infinito che regge tutti i cuori di Dio.
Ti sei fatto peccato, tu che sei l'innocenza del bene che ama, per togliere da noi ogni peccato e darci a Dio nella santità e libertà del Suo amore. Questa tua offerta e sacrificio per riportarci a Dio fanno sempre scandalo e, per questo, noi siamo ancora uccise e uccisi nel mondo. Ma il nostro cuore è sereno, nella gioia, perché sei l'amore che salva svuotandosi nella nostra carne e risorgendola nella Pienezza di Dio.
Aiutaci a essere come te, a scegliere con te il rifiuto del mondo perché la forza dell'amore Dio, che tu sei, vinca e noi, con te e grazie a te, risorgiamo nella vita di Dio.
ciao r

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