Il tesoro

di Dio sono le nostre vite aperte all'amore dal suo amore.
Il regno dei cieli è la scelta di chi ama e si fa amare. Di chi è adatto all'amore, cioè a essere mangiato e fare da nutrimento per altre vite. Amare è libertà, libertà di dare vita e di farsi nutrimento per questa vita a cui ci doniamo. Il regno dei cieli è la speranza dell'amore di Dio che la sua rete d'amore abbia raccolto solo buoni pesci, di quelli da mangiare con gusto. Intanto noi cerchiamo la rete di Dio, quella che ci cattura con amore e libertà. La rete che sei tu, Gesù Signore.
"Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.".
La cosa che mi colpisce e non riesco a capire bene, Gesù, è la faccenda dello scriba. Mi sembra sia riferito al fatto che chi è scriba conosce la Parola di Dio: il Suo Insegnamento e i profeti. Allora chi è scriba e diventa tua discepola o discepolo è persona in grado di vivere e narrare la tua vita e le tue scelte come compimento della Rivelazione di Dio al Suo popolo e, quindi, darci «cose nuove e cose antiche» da questo tesoro che usa e non gli appartiene. Ma questa è cosa che dobbiamo fare tutte e tutti, non solo chi dedica la vita allo studio della Parola di Dio. Ciascuna e ciascuno di noi usa il tuo tesoro, Gesù: tu come Parola di Dio e Sua Presenza. Perché la tua via è il dono dell'amore e l'amore è l'esperienza di base e di radice di ogni essere umano. Siamo fatti d'amore, impastati dall'amore che riceviamo. Questo è il tesoro che tu cerchi in noi, Gesù, non le competenze dello scriba.
Ecco, l'ho scritto e ti affido la mia incomprensione, Gesù, chiedendoti perdono; anche perché riconosco (volentieri e con tutta l'umiltà di cui sono capace, che è poca, lo so, perdonami ancora) che c'è bisogno di scriba che lavorino il tesoro di Dio che è stato loro affidato in custodia e di cui devono dar conto. Abbiamo bisogno di avere tra di noi chi «estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Ma chi lo fa deve sapere, deve essere cosciente e consapevole, che niente di ciò che fa gli appartiene, perché il tesoro che usa e lavora non è suo, ma è di D**, Pienezza d'Amore e Libertà Immensa di ogni amare.
Come ciascuna e ciascuno di noi, Gesù. Aiutaci.
ciao r

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