Libertà

dal giudizio è servitù nell'amare, servizio d'amore.
Questo è uno dei cuori pulsanti più forti e sensibili di tutta la tua vita "Parola di Dio", Gesù. Insieme all'amare "fino alla fine" e all'amore per chi sceglie di essermi nemico e mi vuole distruggere e danneggiare, questa tua accorata richiesta di non giudicare è in grado di cambiarmi la vita radicalmente, aiutandomi a essere come te, portatore dei tuoi doni d'amore.
Ascoltiamo la tua voce, per farci aprire la vita.
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
Sono sempre più convinto, Gesù, che questo passaggio di Matteo, così denso e tagliente, debba essere letto con l'aiuto del tuo amico Paolo di Tarso e della sua schiettezza nel porgerti come dono, unica fonte di vita.
«A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode». (1Cor 4,3-5)
Così "non giudicare" significa affidarsi radicalmente al tuo amore, senza separarci mai da te; cosa che invece succede se ci innalziamo a giudici, severi e spietati, dei comportamenti altrui, mentre siamo benevoli, e spesso pure complici compiaciuti, degli stessi comportamenti quando sono nostri.
In più c'è la scelta di fare se stessi portatori di inganni. Se critico il mio fratello, la mia sorella, per la pagliuzza nel suo occhio, mettendomi pure nella posizione di aiutare nella pulizia dell'occhio di quell'altra persona, è perché lo sporco che mi acceca non lo vedo, e non lo vede neppure chi mi sta davanti. O magari lo vede ma non osa dirlo, non ha parole per dirlo. Giudicare ci fa diventare diavoli che costruiscono inferni gelidi dove finiamo innanzitutto noi e poi anche tutti coloro che uccidiamo con la nostra morte.
Bisogna amare, cominciando ad amare se stessi: «Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
Ma la trave che è conficcata nel mio occhio, Gesù, la puoi togliere solo tu. L'amore ricevuto deve essere donato o si perde, marcisce e muore. Ma il tuo amore mi insegna ad amare, mi spinge a donare (con libertà d'amore e indifferenza a ogni merito!) quest'amore che ricevo in abbondanza e senza alcun merito da parte mia. Solo da questo dono che riceviamo e facciamo saremo giudicati.
Ciao r

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