Il tuo cuore,

Gesù: l'amore come scelta e come eccesso.
Non sei ragionevole, Gesù. Ma è questa una delle cose che più mi piacciono di te: ci ami senza diplomazie e senza riserve, di un amore pieno, passionale, concreto. Di un amore che ogni volta rischia tutto pur di ottenere il mio amore.
Così, ogni volta che ti frequento, mi sento toccare dalla potenza di questo tuo amarmi, e allora sento che voglio assomigliarti, anche se mi so incapace di amare come ami tu. Allora ti chiamo, ti chiedo aiuto, rispondi subito: tu sei qui, al mio fianco, ma dipende da me, dalla  mia scelta e capacità di ascoltare la tua voce, che vive nella tua carne di bellezza e vittoria dell'amore.
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Solo un punto, Gesù, che fa vedere bene la radicalità del tuo amore, cioè di ogni amore che si dona.
La scelta è amare, fino in fondo, innanzitutto chi si perde; questo implica la scelta di trascurare chi è fedele, per ciò che è necessario. È la logica dell'amore.
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?».
Chi bisogna amare di più? Di chi bisogna andare in ricerca per aiutarlo nell'amore, e ad amare? Sono domande diverse.
Ciascuna e ciascuno di noi va "amato di più", di volta in volta, così come c'è bisogno. L'amore ha bisogno di tutte le differenza che servono per amare ciascuna e ciascuno "a modo suo", cioè secondo i bisogni, i doni, le ricchezze, le povertà di cui, una a uno, siamo capaci.
Ma nell'amore donato con tutta la nostra vita, si fa più attenzione a chi sta male, a chi è ferito, a chi si porta dentro un dolore che non dà pace e fa smarrire. Allora non c'è scelta, se si ama: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?».
La fatica dell'amore, allora, è scegliere il rischio della sconfitta, ma sapendo che in ogni sconfitta c'è qualche vittoria che non vediamo, ma che (magari e forse! sicuramente, Gesù, per noi che ti seguiamo) vedono "in cielo", davanti al Volto di Dio: «Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Aiutaci, Gesù, a scegliere il tuo amore, scegliendo anche il rischio di essere lasciate qui, in mezzo al deserto, perché stai liberando una vita dalla morte.
Aiutaci ad amare come tu sai amare.
ciao r

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