Entrambi, tra

dono e responsabilità.
Al centro e all'inizio ci sei sempre tu, Gesù: l'esperienza di te che fanno i tuoi amici, chi tu investi e accogli con la tua presenza, che così diventa l'elemento più forte, più stabile e più dinamico della loro esistenza. Ti hanno conosciuto, visto, toccato, ascoltato: la loro vita è stata cambiata da te.
La festa di Pietro e Paolo, Gesù, è il ricordo di questi uomini che ti hanno conosciuto, hanno incontrato la vita e sono andati in giro a raccontare che la vita c'è, esiste, è bellissima e può essere incontrata da chiunque crede in te e nella parola di Dio che tu sei, che è la tua vita che viene trasmessa e conosciuta attraverso le loro vite.
Ascoltiamo la tua voce di vita che ci raggiunge e accarezza.
"Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».".
"Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. 
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».".
Non è Pietro che sceglie, come non è Paolo che decide. Entrambi sono presi da te e messi a lavorare alla tua vigna, perché la loro gioia sia piena e con la loro gioia anche la tua. Non è un lavoro, è amare. Non è una investitura a un ruolo e un potere, è un'esperienza d'amore e bellezza che deve essere trasmessa, che non può essere trattenuta o nascosta. Non è questione di fede, di una fiducia astratta in qualche proposizione teoretica, è roba d'esperienza.
Pietro e Paolo hanno incontrato la vita, la loro esistenza è stata riempita dalla gioia di Dio, da te, Gesù di Nàzaret, e questa realtà così sconvolgente non possono tenersela per sé, devono regalarla in giro, a chiunque li ascolti, perché la loro gioia sia completa e la nostra si nutra e beva dalla stessa fonte d'amore: da te, Gesù, Messia di Israele, Cristo delle genti, Figlio di Dio, Parola e Presenza reale di Dio nel mondo, nei suoi corpi di carne, sangue e desideri d'amore.
Aiutaci a essere come Pietro e Paolo, così liberi da volerti solo seguire, solo amare, solo farci simili a te.
ciao r

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