Custodire,
Non so se posso parlarti di tua mamma, Gesù.
È la situazione più delicate, intima, del nostro "essere vivente", forse la più delicata e intima, per te di più. Sei "nato da donna" perché grazie a e in Maria di Nàzaret ti sei fatto carne; così, senza poterlo in alcun modo spiegare o giustificare, sono convinto che per te quei nove mesi nell'utero di tua madre, dal concepimento al parto, sono stati molto più importanti che per qualsiasi altro essere umano.
Tu sei amore: prima, durante, dopo la tua incarnazione. Non è l'amore che hai imparato da tua madre. Ma tutto il resto sì.
Ascoltiamo Luca che ci racconta un episodio prezioso della tua vita a Nàzaret, prima che la tua missione iniziasse e la tua voce cantasse, pubblicamente, ogni giorno, l'amore di Dio.
"I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.".
Confessa che lì, a Gerusalemme, hai avuto un momento di distrazione, Gesù.
Siamo abituati a concentrare le tue tentazioni all'episodio nel deserto, ma sbagliamo. La tua vita privata a Nàzaret, sottomesso a Maria e Giuseppe, deve essere stata piena di tentazioni, momenti in cui ti "distraevi da te stesso", da ciò che stavi facendo e imparando con i tuoi genitori, e così facevi qualcosa che non dovevi.
Forse.
Mi chiedo sempre se hai fatto una carezza e l'hai ricevuta, se hai scambiato un bacio, se hai dato un pugno e l'hai preso. Hai avuto una vita normale, ma dovevi essere bellissimo, ne son certo. Dio ti proteggeva e ti nascondeva, è ovvio, ma qualcosa della Sua Luce emergeva nei tuoi sorrisi, nei tuoi sguardi, nelle tue risate, in ogni tuo gioco, specie quando ti distraevi e lasciavi che le cose accadessero.
Così a Gerusalemme ti sei trovato al Tempio, eri ormai adulto e (finalmente! Gesù, ne sono certo) finalmente hai potuto chiedere a quegli esperti di questo Dio che sentivi Padre e ti mordeva le viscere e la carne. Figurati se pensavi a Nàzaret, a tua madre e a quel tuo padre nel mondo.
Ti sei distratto.
Così, quando Maria ti ha rimproverato non ti sei giustificato, non hai portato scuse, ma hai detto "solo" la verità: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Qui si apre l'abisso, per me.
Così lo indico e nient'altro. La Chiesa cattolica romana lo chiama "cuore immacolato di Maria" ed è un bel nome.
Ma è l'abisso di ciò che tu hai imparato da lei. Di ciò che lei ti ha insegnato, in ogni modo di insegnamento: e sono possibili molti i modi per insegnare da una madre a un figlio.
«Tua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore», ma non come in una cassaforte, o in uno scrigno segreto. Le custodiva come si custodiscono cibi e bevande in cantina e in dispensa: sono robe che tieni lì, ben custodite, com'è necessario. Poi quando ti servono le usi e ne fai cibo e nutrimento.
Tu sei amore e non è l'amore che ti ha insegnato Maria di Nàzaret, la donna che ti ha dato la sua carne e il suo sangue perché tu potessi darci la tua carne e il tuo sangue.
Eppure l'unica cosa che Maria poteva darti in ogni istante della sua vita era proprio l'amore. Così hai imparato ad amare da Maria tua madre, sostenuta e aiutata dalla rude semplicità di Giuseppe di Nàzaret, il giusto.
E l'Altissima Pienezza d'Amore s'è spostata e le ha fatto spazio, godendo della bellezza di questa donna che si era data totalmente al Suo amore. Imparando ad amare da lei.
Aiutaci, Gesù, facci amare, ne abbiamo così bisogno.
Commenti
Posta un commento