Libertà

è amare, accogliere questo amore che ci fa casa di Dio
Ma in che cosa credo, Gesù?
Io, questo piccolo raffaele posseduto dall'orgoglio di non usare maiuscole per il suo nome, io, che cosa credo quando scrivo  queste risonanze, e le scrivo rivolgendomi a te, Gesù di Nàzaret, così dichiarandoti mio amore intimo e pubblico, mio re sposo, mio maestro Signore?
Sorridi.
Tu sei il mio amore, Gesù, sei la mia libertà di amare, di confrontarmi con il mio peccato e con il mio odio, presente in me e in mie sorelle e fratelli, per affidartelo, consegnartelo in modo che tu lo incendi al fuoco freschissimo e mite della tua croce, fuoco che sta incendiando il mondo da oltre 2000 anni e sempre più lo incendierà. Ciò che è avvenuto e avviene cuore con cuore, carne con carne, corpo con corpo, bocca con bocca, mani  con mani, in quella tenera ramificazione rovente di germogli, seduzioni e amplessi che è il tuo amore che si diffonde tra noi e cresce, come vuoi tu.
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace».
Sei la più bella storia mai raccontata, Gesù: Dio prende casa tra noi e in noi, grazie all'amore che dona con tutta la Sua Pienezza vivente alle nostre carni. Grazie a te e con te, Gesù, nostra pace e amore. Ascoltiamo la tua voce affilata.
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Questo brano è come pochi appunti veloci che tu ci doni su come eseguire le musiche che regali, e su come crearne altre, per far crescere e fiorire tutte le altre musiche che vuoi perché stanno molto bene dentro le tue armonie e disarmonie.
Non sono in grado di capire queste bellezze e lascio fare a te e a chi sa seguirti su queste arrampicate. Ma almeno sento tre note, tre suoni più forti che mi feriscono il cuore di gioia e provo a raccontarli.
1°: «Lo Spirito Santo [...] lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
2°: «Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me».
3°: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
Il tuo insegnamento è iniziato e non ha fine, almeno finché durerà la vicenda umana in questi cieli e queste terre. Siamo sempre nell'ascolto della tua voce che ci insegna ad amare e nessuno ha una "dottrina definitiva". Su questo sbagliamo molto. Tu lo sai e ci aiuti, infatti non ci abbandoni.
No, Gesù, non siamo soli. Lo Spirito ci aiuta e sostiene e tu stai tornando. Non siamo soli perché sappiamo che tu torni e viviamo insieme l'attesa del tuo ritorno. Possiamo dirti "Vieni, vieni presto!" e siamo certi di sentire la tua voce dirci «Sì, vengo presto!» (Ap 22,20) e questa speranza certa e sicura ci riempie la vita.
Allora è qui che sta quell'amore che ci comandi e non può essere comandato, ma solo vissuto. Infatti tu lo vivi in noi, vedendoci intenti a lavorare dentro le nostre capanne e grotte per essere in grado di ospitarti quando ti presenti a noi e quasi sempre nelle vesti più improbabili e insopportabili che trovi in questo momento attorno a me. Ma se ti ospito, anche se non ti sopporto combinato così, sei così contento che tu e il Padre venite nella mia stamberga e vivete con me e di me. Mettete casa da me e così io smetto di vivere e vivo.
Ecco, ora hai smesso di sorridere e mi carezzi.
La tua audacia è sconfinata, Signore, letteralmente infinita, senza alcun confine, limite, argine. Sei infiniti Oceani di amori innumerevoli, tutti in piena tempesta di venti freschi e luminosi. Galassie di amori infiniti e completi che agiscono in me quelle Tue tempeste accoglienti, così miti e feroci.
Vieni, Signore Gesù, vieni.
«Sì, vengo presto!»
ciao r

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