Vivere,

finalmente vivere, Gesù, per la tua vita donata nell'umiltà della risurrezione.
Sei risorto, Gesù! L'annuncio è straordinario, letteralmente oltre ogni cosa normale, fuori e oltre gli eventi di ogni giorno. Ci siamo abituati a dircelo, ogni anno, quando facciamo memoria di te, della tua passione, morte e resurrezione.
Così oggi e per i prossimi cinquanta giorni è sempre la tua Pasqua, è sempre la narrazione del tuo esodo a Dio e del tuo ritorno a noi; per fare spazio nei nostri cuori, all'evento unico nelle storie del Mondo, negli innumerevoli accadere di tutti i multiversi esistenti in tutti gli spazi-tempi, cioè il racconto di Dio che si incarna, ciò che sei tu Gesù di Nàzaret che vivi tra noi, uomo tra vite umane, inviato da Dio a Israele come re Messia proprio perché il più amato, il diletto, comunque rifiutato dal tuo popolo e messo a morte e a una morte di croce. Ma che al terzo giorno risorgi.
Dio custodisce la tua vita perché tu sei Sua parte intima, la più amata, la Sua Parola che si getta nel Mondo, incarnandosi.
La vita ti appartiene, Gesù, la morte scompare davanti a te.
Ma questo evento straordinario avviene nel nascondimento e nel silenzio. Forse solo Piero della Francesca ha sentito la tua estraneità di risorto dal Mondo e il tuo slancio d'amore per tornare da noi. Perché la tua resurrezione nella carne, nella tua carne di uomo, ci dice subito la tua lontananza e la tua altezza da un mondo che dorme sotto il tuo corpo risorto, sotto la tua carne felice di vivere nella Pienezza d'amore che si dona al mondo in te con te per te.
Così sei risorto, Gesù, ma sempre nell'umiltà del servizio, e  non solo nella gloria del tuo nome, diventato superiore e più amato di tutti gli altri nomi. Così risorgi nel silenzio, per continuare a farti dono, a cercare e pretendere amore, per chiedere fiducia, per offrirti come cibo e bevanda.
Allora svegliamoci, apriamo gli occhi alla tua luce, alla tua acqua che disseta, che si fa carne e ci sfama, che si fa amore e ci dona vita e libertà. Apriamo il cuore, gli occhi, le orecchie, la carne e ascoltiamo, viviamo la tua resurrezione.
"Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.".
Non ci credono. 
"Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse".
Certo, tu lo dici per prime a delle donne e lo dici in modo misterioso, tramite due tipi "in abito sfolgorante", cioè due angeli. Tutti crediamo agli angeli, ma solo a quelli che si manifestano a noi. Agli angeli che si manifestano alle altre persone abbiamo più difficoltà a credere. Certo che non ci credono. Avranno bisogno di tempo per credere davvero che sei risorto nella tua carne diventata gloriosa, libera dai limiti dello spazio-tempo in cui viviamo. 
Avranno sopratutto bisogno d'amore. 
Servirà tutto il tuo amore che si trasferisce in loro, diventa la loro vita e si fa Spirito santo, cioè Dio che unisce tutte le nostre diversità e differenze nel Suo Amore che si dona come nutrimento che sfama e acqua che disseta. Perché la tua resurrezione è un atto d'amore per noi, per darci la 'speranza certa' che anche noi risorgeremo se sapremo, se riusciremo ad amare. E amare con il tuo amore, fatto di gratuità assoluta. Quell'amore che opera senza contraccambio, senza mettersi a cercare 'i migliori', per donare ad essi le parti più belle e buone di questo amore libero, così da darlo, appunto, innanzitutto a loro, a 'i migliori'.
Se fosse così io, Gesù sposo risorto, non sarei qui con te, perché sono certo molte cose, ma non sono tra 'i migliori' e qualsiasi cosa significhi questa espressione.
Ma questa presenza del tuo amore, questo dono di 'speranza certa' nato dalla tue resurrezione, mi dice un'altra cosa.
Il racconto della tua vita, passione, morte, resurrezione sono la vita bella e libera di Dio che opera tra noi e seguita a vincere, non una storia del passato, magari anche dotata di qualche fascino, ma che non salva nessuno.
La tua vita, passione, morte, resurrezione sei tu, Gesù, che continui a vincere la morte, seguiti a dare libertà e vita in ciascuna e ciascuno di noi, nelle nostre esistenze di carne che si fanno amore, magari solo a tracce e deboli segni di un qualche amore. Ma del tuo amore, Gesù, si tratta, quello che si dona in piena libertà, senza chiedere nulla, solo amando. Quest'amore cresce nel mondo, a pezzi piccoli, nascosti, estranei e stupiti di questa umanità che dorme sotto di lui e non lo vede risorgere, nelle sue carni piene della Pienezza d'amore che è Dio Padre Madre.
Aiutaci a riconoscere l'amore in noi e attorno a noi, Gesù, per aiutarti farlo risorgere nelle sue e nostre carni rivestite del Dio che ama.
ciao r

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