La tua cena,

il nostro cibo, tu.
Siamo troppo abituati a questa scena. Tu che ti spogli e lavi i piedi ai tuoi amici. Tu, il nostro Maestro e Signore, ti denudi per fare ai tuoi amici un servizio da schiavo: lavare i piedi sporchi dei suoi padroni, prima che essi si mettano a tavola per mangiare insieme a te la Pasqua. Perché? Per amore, perché sei venuto tra noi per amarci e per vivere totalmente, tra di noi, l'Amore pieno che è il Dio Padre Madre da cui vieni a cui torni. Questo brano è una ellisse con due fuochi. Uno all'inizio e uno alla fine.
All'inizio: "Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine". Ascoltiamo questo fuoco iniziale, per farci condurre dentro il tuo incendio.
"Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.  Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».".
Amare. Fino alla fine. Amare, operativamente, anche chi ci tradisce e amare queste persone che tradiscono non solo dividendo con loro il cibo, ma anche lavando i loro piedi, quei piedi che le porteranno lontano da noi, contro di noi. Amare. Ma perché? 
Perché tu sei venuto qui per amare e per insegnarci l'amore. Quell'amore che sei tu e il Padre Madre da cui provieni e che è ciò che vi unisce profondamente nel rendervi diversi e differenti: lo Spirito Santo che è il vostro amore vivente.
Questo dono è la tua incarnazione, la tua vita e missione.
«Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Siamo noi, Gesù, il tuo incendio tra le storie umane, noi che cerchiamo di amarci come, nel modo esatto, in cui tu ci hai amato e ci ami, ancore e sempre. Questo amore vivente nelle nostre carni è quel regno dei cieli che costruisci e incarni nelle nostre storie umane, quella Gerusalemme celeste, bellissima sposa pronta per il suo Sposo, che sta scendendo dal cielo per farsi carne, talamo e tempio d'amore.
La città dell'amore che scende già ora e noi non la vediamo.
Aiutaci, Gesù, a sentire e vedere il tuo amore trionfare tra noi, in offerta reciproca di tutte le nostre vite, le une alle altre, e interamente a Dio, l'Immenso Amante Sposo che giunge.
ciao r

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