Il tuo tempo
«Il mio tempo è vicino». Lo dici al tale di Gerusalemme da cui fai Pasqua, e lo dici ai tuoi discepoli, nel momento stesso in cui annunci loro che vieni tradito, che vieni consegnato alla morte tu che sei vita. È il tuo passaggio che compie Israele e completa la transizione dalla schiavitù dell'Egitto alla libertà della Terra promessa, alla felicità del tuo regno dei cieli dove ci offri e ci doni solo amore e vita.
Quindi non è solo tuo, ma ci riguarda profondamente: infatti questo tuo passaggio, farti consegnare alla morte, è fonte di vita perenne e permanente per ciascuna e ciascuno di noi.
Mt 26,14-25
"Uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».".
"Uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».".
Tu non lotti, Gesù, tu non combatti contro un nemico. Giuda non è tuo nemico, ma ti è compagno, mangia insieme a te, è uno che "mette con te la mano nel piatto" per dividere con te il cibo che nutre e dà piacere, gioia di vita offerta.
La tua Pasqua è per tutti, ciascuna e ciascuno di noi, anche nel tradimento che ti facciamo. Perché tu sei "soltanto" amore donato, offerto alle nostre libertà e alle nostre vite, sei incredibile e immensa felicità di amare. Noi ti tradiamo sempre, Gesù, ma il problema non è il tradimento di per sé e neppure l'uso che facciamo dei trenta denari. Il problema è la nostra fiducia in te e in Dio Padre Madre.
Se il nostro cuore ci rimprovera il male che abbiamo fatto, i trenta denari che abbiamo avuto in cambio della tua vita, noi dobbiamo pentirci, e amaramente, della scelta di dare la morte a te che sei vita, e pure per vili motivi, ma dobbiamo anche accettare (scegliere!) che tu, Dio Trinità Amante, tu Figlio con tuo Padre Madre nell'Amore che sempre vi unisce e fa diversi, che sei immensamente più grande del nostro cuore. Il Perdono amore che sei, Dio Amore, è infinito, smisuratamente più grande di tutti i multiversi in cui viviamo, qui, in questa Terra, spostando questo nostro granellino di fango, cibo e sterco che a noi sembra così grande e così imperdonabile.
Sei venuto qui tra noi, Gesù, tu, Parola di Dio e Grazia del Dio vivente incarnata in un uomo dello spazio-tempo, e qui ci hai amato fino alla morte, fino a distruggere la morte con la tua morte. Ti ho tradito e ti tradirò ancora, Gesù mio, ma sempre mi rifugio in te, perché il tuo Amore Dio è l'immensità vivente che ama e accoglie. Fammi come te, Gesù sposo, fammi accoglienza mite.
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