Il nome e

la tua voce che lo pronuncia.
Tutto quest'episodio ruota attorno al nome di Maria di Magdala, e al dolore che lei prova perché il tuo corpo è scomparso e lei non lo può onorare delle attenzioni che gli vuol dare, che è andata lì a dargli. È un dolore che si aggiunge a quello della morte e della crocifissione, dove lei non ti ha mai lasciato ed ha bevuto, insieme a Maria di Nàzaret tua madre, ogni goccia del tuo sangue donato e perduto. Ora possono onorarti, lavarti, coprirti con teli raffinati e candidi, ora che sei morto possono toccarti come non osavano fare quando eri vivo. Il dolore della tua sconfitta e della tua morte è immenso, ma il tuo corpo lo attenua, lo rende più familiare, più normale. 
Ma tu non ci sei più: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto», e piange mentre lo dice, e dopo che l'ha detto, piange perché non ci sei. La guardi e la desideri. Sai quanto ti ama, come tutta la sua vita sia concentrata in te. Sai il dolore profondo del suo cuore, la durezza delle sue ferite. Ma non ti doni subito, la prendi larga, la costringi a prestarti attenzione: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?».
Lei ti guarda, non ti vede e ti chiede dove hai messo il corpo del suo Signore che se lo va a prendere lei e lo rimette al suo posto. Tu sorridi, Gesù, ne sono certo, e le fai la carezza che lei desidera ma non osa sperare: «Maria!», e lei muore, e vive.
Ascoltiamo la tua voce che ci chiama per nome, Gesù, perché ciascuna e ciascuno di noi è il tuo amore.
"Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.".
La tua resurrezione è per me, Gesù, come è stata proprio per Maria tua madre, per Maria di Magdala, per Giovanni, per Simon Pietro, per ciascuno ciascuna di noi che nei secoli successivi hanno sentito la tua voce chiamare per nome: «Raffaele!».
La tua resurrezione è intima, eppure è pubblica, vale per tutte e tutti, serve a liberare dalla morte ogni essere umano e ogni creatura che tu chiami per nome all'intimità della tua vita e del tuo amore. Un'intimità pubblica, forte, che fa il tuo regno e lo rende vittorioso sul male e sulla morte.
Una intimità d'amore che è la Parola di Dio che ci carezza il cuore, dicendo il nostro nome, chiamandoci all'amore.
Ti lodo e sei lodato sempre, Gesù di Nàzaret, perché ami così e ci fai capaci di amare allo stesso modo.
Amen amen, Gesù, e ricopriamo il Mondo di quest'amore, per farlo fiorire alla vita, alla tua e nostra resurrezione.
ciao r

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