Non c'è inizio

al Principio di ogni vivente che vive la Pienezza d'Amore.
Non c'è inizio, Gesù, per te che sei il Vivente, Principio di ogni realtà che esiste, Figlio nato nel Dio Genitore prima che ogni tempo esistesse, Parola dell'Amore che si manifesta come amore e bellezza in ogni creatura. Tu che sei l'Amore vivente, tu hai deciso di vivere la vita in pienezza e l'hai fatto per amore, per toglierci dal male che ci procuriamo con il nostro orgoglio di creature libere e potenti. Quindi l'hai fatto per levarci ogni male che da lì nasce, hai deciso di farlo fino a scendere nella vita di carne, per viverla fino a morire colpito dal nostro orgoglio superbo. Tu sei, eppure sei nato da donna, e questa tua nascita al mondo ha segnato la storia, la nostra storia di esseri umani che, in ciascuna delle nostre vite fragili, abbiamo trovato te, il Dio vivente che ci ama in ognuna delle nostre carni, nelle nostre fragilità e bellezze di amare, fino a viverle. Tu non hai inizio, ma la nostra libertà di amare inizia con te. Noi iniziamo da te ad amare oltre ogni limite umano. E lo facciamo come scrive Luca, con una scelta.
La scelta di iniziare da te, sempre con ogni attenzione e cura, per "raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi" e che si compiono ancora, quando conosciamo te, l'amore che libera e rende liberi.
Amore che mi libera amandomi.
"Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; / per questo mi ha consacrato con l’unzione / e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, / a proclamare ai prigionieri la liberazione / e ai ciechi la vista; / a rimettere in libertà gli oppressi / e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».".
Tu sei venuto a portarci Dio, a realizzarne la Promessa a Israele della liberazione da ogni schiavitù. Il tuo inizio nel mondo umano nasce dalla scelta di amare per primo, senza alcuna contropartita, e di farlo con debolezza, senza manifestare la tua potenza, se non nella scelta di amare oltre ogni limite. Oltre la morte, appunto, che hai sconfitto scegliendola e, così, togliendola dalla tua e nostra vita con la risurrezione. Ma la tua debolezza di Dio, Gesù, è anche, o sopratutto, la scelta di rivolgerti ai più deboli, a chi è sconfitto ed è messo nella morte dalle nostre scelte di morte.
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; / per questo mi ha consacrato con l’unzione / e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, / a proclamare ai prigionieri la liberazione / e ai ciechi la vista; / a rimettere in libertà gli oppressi / e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Gesù, sappiamo da te cos'è il Paradiso: 
quando i poveri sono colmati dalla felicità di sapere che Dio Amore vive e gioca e ama e canta con loro, e divide con loro il Suo cibo;
quando non ci sono più prigionieri perché nessuno giudica più e il giudizio di Dio nasce solo dal Suo amore trionfante;
quando vediamo la luce e tutte le cose e vite belle che dalla luce del tuo amarmi e amarci sono mostrate in felicità e gioia, e quando questo vedere mi fa anche ascoltare e parlare ogni lode del tuo amore;
quando non ci sono più persone e vite oppresse, perché siamo nelle libertà del dono d'amore reciproco, che vive sempre più forte quanto più si dona con libertà, indifferenti alle reazioni delle nostre cecità sorde, ma vivendo le bellezze dei tuoi farci vivere nelle libertà immense del tuo amare che ci fa essere libertà che si dona e che dona.
Ma siamo lontani o vicini a questo "bel paradiso" che tu chiami regno dei cieli? Dobbiamo guardarci attorno usando e vivendo la tua luce, Gesù, non le tenebre del mondo che la tua vita, quella che noi testimoniamo ogni giorno nelle nostre vite, ha già sconfitto. Lo sappiamo solo se ci riconosciamo in quelle persone povere, cieche, prigioniere, oppresse che sei venuto a liberare, perché in te e con te, ancora «oggi si compie questa Scrittura che noi ascoltiamo».
Amen amen, Gesù, re che vince con un amore la cui forza infinita è la mitezza umile. Amen.
ciao r

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