D** ci regala

amore, lo fa senza misura, lo fa personalmente, una a uno.
Ascoltiamo quelle parole che conosciamo, ascoltiamole con la carne, con la bocca, con le viscere, con i ventri, con i sessi, con le mani e i piedi, con le ossa, con tutta la nostra esistenza che freme per vivere, a qualsiasi età siamo, in qualsiasi condizione di realtà ci troviamo, in ogni situazione di salute e/o malattia esistiamo. 
Siamo fatti per vivere e per vivere intensamente.
Per questo l'annuncio di Isaia, ascoltato con cuore di carne e sangue, è straordinario e fa il paio con quello di Luca.
"Un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio Potente,
Padre per sempre, Principe della pace.".
"C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».".
Se cerchiamo un segno ce l'abbiamo: un bambino, un figlio, nato in una grotta usata come stalla, deposto in una mangiatoia, scaldato da animali, onorato e riconosciuto dagli scarti della società, da chi non poteva entrare nei luoghi di preghiera, talmente erano persone impure, vite immerse nel peccato e senza facilità di redenzione.
Sulle sue spalle di bambino è il peso dei poteri umani e uno dei suoi ultimi nomi è Aylan. 
Ma ne possiede molti di più.
Possiede tutti i nomi, che non conosciamo, di esseri umani violati, dai confini tra Usa e Messico insanguinati di stupro, schiavismo, morte e droga a tutte le troppe realtà odierne dove popolazioni inermi subiscono rapine e violenze.
Gesù, tu sei questo segno, questo sacramento, questa realtà di Dio che regala amore senza misura regalandoci te: il figlio, il  più amato, il diletto. 
Colui di cui abbiamo più bisogno e che si presenta a noi come chi ha bisogno di noi, come il più povero.
Siamo in grado di crederti? Riusciamo a farci ferire il cuore da quel tuo sorriso, scaldato da un bue e un asino?
Tu sei l'amore, Gesù, aiutaci ad amare.
"In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.".
Non so se interessa, Gesù mio, ma lo riscrivo subito.
Sono innamorato di questo prologo, che sento bellissimo e geniale. Racconta che D** è amore e lo racconta con il "genio", la dedizione e la capacità di chi, nella sua vita, l'amore l'ha frequentato intimamente. Ma specialmente mi feriscono il cuore le parti finali di questo cantico, che mi provocano così tanto che non resisto alla tentazione di citarle e di cambiarle, almeno un poco: "Dalla tua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: / grazia su grazia. / Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, / la grazia e la verità vennero per tuo mezzo, Gesù, sposo e Signore.".
Tu ci dai e ci hai dato e ci darai sempre "la grazia e la verità - ἡ χάρις καὶ ἡ ἀλήθεια", insieme, cioè la capacità e la libertà di amare, senza ingannarsi, né ingannare, imparando a distinguere ciò che è buono oggi, da ciò che è cattivo, come sappiamo distinguere se è tempo di pioggia o di sole e, quindi, come dobbiamo vestirci o come dobbiamo lavorare.
Per questo sei venuto al mondo e ti sei incarnato nel grembo, colmo di doni d'amore e di "grazia su grazia", di Maria di Nàzaret e nell'amore, mite e umile, giusto e vero, di Giuseppe il falegname.
Questo è il tuo Natale, Gesù. 
Dio si dona in amore, in povertà, in distanza mite e innocente da tutti gli inganni del mondo. Dio si dona in un bimbo, in un figlio per cui non c'è posto in albergo, per cui non c'è coperta, ma solo paglia e il calore di un bue e di un asino.
Dio che si dona a noi, perché anche noi sappiamo amare, imparando da te che ti regali senza misura.
Buon Natale tuo, Gesù, che ti regali per farci fare l'amore e, così, fare del mondo amore. Solo amore.
ciao r

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