Dare frutti,

non parlare dei frutti che faremo, se...
Amare, per te, Gesù, e per come lo presenti è l'attività della vita. Chi vive ama e chi ama vive. Per questa coincidenza bisogna tener fermo che non sono le chiacchiere a rendere possibile l'amare, ma solo vivere, solo la vita. Non è la solidarietà a parole contro le stragi fatte da qualcuno dei tanti Pilato della storia, che dice di noi come e quanto sappiamo amare. Così come non è lo stupore, o anche il dolore sincero per la morte degli innocenti che testimonia la nostra capacità di amare. Ascoltiamo la voce della tua vita, Gesù.
"Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».".
Ci chiedi conversione, ci imponi di fare "metanoia" o la morte senza senso è l'unica conclusione che abbiamo di questa vita. Ci chiedi di mutare il nostro atteggiamento verso tutta l'esistenza in cui siamo inseriti e di cui viviamo. Dobbiamo dare frutti, sapendo, però, che dare o non dare frutti non è sorte arbitraria o un merito nostro, ma il risultato del lavoro che D** compie in noi e dell'accoglienza che noi facciamo a D** per questo Suo lavoro in noi. Siamo piante da frutto, tutte e tutti, ma le cose buone che diamo in giro sono - sempre - frutto del lavoro d'amore di D**, che noi accogliamo, cambiando vita, mentalità, azioni verso tutte le esistenze che ci circondano e ci fanno vivere. Amare è essere come te, Gesù, o come un essere umano che sceglie di essere madre, padre: possiamo dare la nostra vita per far nascere e crescere altre vite, per nutrire altre vite con la nostra. Come fai tu con noi.
ciao r

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