Per me,
Mi piace molto la "Chiamata di san Matteo" di Caravaggio, Gesù, e non c'è bisogno che sorridi così. Sì, vorrei vedere che non mi piaceva! Certo, Sposo, è così, ma il motivo per cui mi piace è in quella tua mano alzata, come una caravella di luce, a indicare "qualcuno", magari proprio l'unico che non ti guarda perché chino sui soldi. Mi piace perché la tua mano indica me. Mi chiami a stare con te, Gesù, ad amarti, a vivere con te l'Amore Altissimo che dona abbondanza di vita, gioia, felicità anche in difficoltà, pure nei dolori. Ascoltiamo la tua voce.
"Mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».".
Frequenti peccatori e peccatrici che vivono la loro condizione pubblicamente, senza le mascherature del potere, della cultura e dell'educazione. Fai così perché anche loro cercano la salvezza, e sono nella possibilità di accoglierla perché sanno e riconoscono la loro miseria: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» (Mt 21,28-32). Tu sei venuto a chiamare me, e io mi sono messo dopo e dietro Matteo il pubblicano e Maria di Magdala, donna abitata da sette demoni e, quindi, prostituta. Perché loro ti hanno riconosciuto e scelto, subito, come ti hanno veduto, come chi li salva perché si è dedicato specialmente a loro, a chi sa di non essere giusto: «Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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