Per il bicchiere d'acqua,

per quella lagrimetta (Dante, Purgatorio, V, 107) che salva.
Non siamo solo "noi" a poter agire nel tuo nome, ma chiunque ama: «Non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». La regola è l'amore: dare anche solo un bicchiere d'acqua a chi è nella sete e porta il tuo nome, ricordarsi di te anche solo alla fine e con la capacità di sostituire alla disperazione della morte la speranza del tuo arrivo, magari chiamando il nome di tua madre, "Maria!". Ci basta poco per amare, basta vivere nella tua speranza, lasciando che essa operi nelle condizioni di vita in cui siamo. Ci basta riconoscere chi opera nell'amore intorno a noi; se non è tuo nemico esplicito, se non lavora contro di te, allora opera sempre con il tuo aiuto e costruisce il regno. Questo è uno scambio d'amore in cui non si perde mai: «Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa».
Questo "poco che basta" è regola d'amore, che, però, significa dare sempre spazio e accoglienza a chiunque arrivi e con qualsiasi veste sia vestito; quindi non porsi nella posizione di chi giudica, di chi mette inciampi alle ricerche d'amore, perché esse sono sempre difficili, complesse, ci coinvolgono profondamente. Dobbiamo accogliere ogni lacrima e ogni bicchiere d'acqua, senza mettere ostacoli e creare barriere. Non dobbiamo mettere alcun controllo tra le nostre vite e la tua realtà di Parola di Dio, da accogliere e ascoltare.
Come cerchiamo di fare noi, adesso.
"Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».".
Difficile il tema dello scandalo, Gesù.
La tua affermazione è molto chiara, come sempre; tu dici una cosa subito comprensibile da chiunque, a qualsiasi cultura, lingua, livello sociale appartenga.
«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala [...] E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo [...] E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via».
Ciò con cui noi possiamo dare scandalo, cioè creare ostacoli all'amore di «uno solo di questi piccoli che credono» nella tua presenza e nella tua speranza, beh, Gesù, tu ci dici che è sempre qualcosa che ci appartiene profondamente, a cui siamo, anche 'giustamente', molto legati. È qualcosa che ci serve, e ci serve per davvero, come una mano, un piede, un occhio. Ma se questa 'parte essenziale di noi' impedisce l'amore di «uno solo di questi piccoli», allora devo tagliare via da me questa mia parte a cui, giustamente, tengo molto. E devo farlo subito, senza esitazioni, come mi taglierei una mano, un piede, un occhio.
Ma come possiamo intendere questa nostra responsabilità di scandalo? Concretamente, nelle realtà delle nostre vite, come possiamo riconoscere cosa di noi ostacola l'amore anche di «uno solo di questi piccoli che credono» nella tua presenza e nella tua speranza?
Qui, per me, è la difficoltà vera di quello che ci chiedi.
Ogni nostro gesto e ogni nostro atteggiamento può creare scandalo. E son convinto, amico Gesù, Signore, che chiunque di noi messo davanti allo scandalo che colpisce e ferisce, è «uno solo di questi piccoli che credono». L'inciampo all'amore è realtà della vita, non errore filosofico o etico. Se impedisco l'amore, creo scandalo. E può succedere in moltissimi modi. 
Come faccio a evitarlo? Da solo non posso. Se mi regolo da solo, se provo a giudicare da me stesso i miei comportamenti, sono nella condizione del ricco di cui parla l'apostolo Giacomo nella sua lettera: «Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!» (Giac 5,1-6). 
Non sono l'oro e l'argento di per sé a produrre male, ma l'uso che ne faccio. Se li accumulo soltanto, se mi arricchisco senza dividere i frutti delle mie ricchezze, allora questo lo faccio come testimonianza contro di me «per gli ultimi giorni». Per esempio se impianto una fabbrica in un paese con un regime politico tirannico, autoritario, arbitrario, e lo faccio perché lì pago il lavoro molto meno. Questo fa scandalo a molti piccoli, innanzitutto a chi lavora per me: «Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente». Questo è un esempio fra i tanti, non è l'esempio unico. La stessa cosa succede se impedisco a chiunque di fare il bene in tuo nome, però in modi e riti diversi dai miei. Anche in questo caso sto accumulando contro di me «tesori per gli ultimi giorni!». 
Devo essere come te, Gesù, pieno d'amore e verità, sapendo che in me queste due realtà di D** sono divise, in te sono profondamente unite, perché sono il tuo essere Figlio dell'uomo, Figlio di Dio, Parola di Dio, Misericordia e Amore di Dio, Testimone dell'Amore che è D**. Così, con te e dietro a te, devo ricordarmi che anche solo un bicchiere d'acqua sarà compensato e che ogni ultima lagrimetta di dolore e pentimento è ponte così robusto da far giungere all'Amore D** ogni vita, per quanto sconvolta sia stata e lontana dall'amore. Ma sopratutto devo ricordarmi di essere generoso e imprudente nell'amare, come sei stato e sei tu, Gesù, Sposo Signore.
Amen amen.
ciao r

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