Solo tu,
Tu ami, cioè non costringi ad amarti ed amare. Sei la libertà dell'amore, la sua presenza attiva, vitale, dentro e intorno alle nostre esistenze. Ci chiedi di amare e di amarci, non ci comandi di seguire un'etica pre-costruita all'amore e che ne chiude le manifestazioni, per inquadrarle e ordinarle. Ci chiedi di amare e amarci. Per questo ci offri come cibo te stesso, la carne di D** che si offre, liberamente, alle fami e seti delle nostre vite. E se questo ci scandalizza, dovrebbe scandalizzarci molto di più l'idea, la narrazione, di D** che si spoglia della sua realtà per offrirsi alle nostre sofferenze, per togliere e curare quelle sofferenze che noi abbiamo scelto e deciso, per rivendicare la nostra autonomia da D**, la nostra possibilità di non amare per vivere tutta l'esaltazione del mio "io" e, quindi, la sua violenza e morte.
Per conoscere questa narrazione dobbiamo ascoltarti, lasciare lo spazio delle nostre vite a te, Parola di D** che si realizza in noi. Amandoci.
"Molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».".
Tutto ruota attorno alla presenza di D** nelle nostre vite, e che ci dona vita, amore e gioia, non alla presenza del mondo che è solo morte. Quale presenza scegliamo?
«È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla - τὸ πνεῦμά ἐστιν τὸ ζῳοποιοῦν, ἡ σὰρξ οὐκ ὠφελεῖ οὐδέν - lo Spirito è vivificante, la carne non giova nulla», ma la parola "Spirito" che tu usi, Gesù, sia in ebraico, che in aramaico, che in greco è femminile: "È la Spirito vivificante, non la carne". D** ci dona vita, quindi è forza, delicatezza, sapienza, accoglienza, apertura, ospitalità, cura, attenzione, libertà, tenerezza. È madre che si dona a noi, sue figlie e figli nelle nostre realtà di creature, e sopratutto nell'amore che tu, Gesù, ci hai donato e ci doni con la tua carne e sangue di cui nutrirci, perché sei Spirito di D**, Sua Presenza feconda.
La domanda è dura e sottolinea la costante presenza della nostra libertà di scegliere, sia l'amore che i modi in cui vivere amando: «Volete andarvene anche voi?». La risposta di Pietro è quasi stupita, perplessa della domanda che non capisce, ma che sente vera ed a cui risponde nella sua verità di discepolo e amico tuo: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Se non ci sei tu, Gesù, da chi andiamo, noi?
Tu sei la presenza di D** nelle nostre carni e nel mondo solo attraverso le nostre carni. Sei la vita amante che rende vive le nostre carni, nutrendole di delicatezza, forza, accoglienza, ospitalità. Sei le mani di D**, Altissima realtà, che ci plasmano conformi alla Sua bellezza e capaci di donarci totalmente come amore. Sei l'esperienze dell'amore che non ha limiti e ama ogni volta che si trova a farsi dono d'amore. Sei questa libertà di amare che si completa solo nell'amore concreto che fa e che dona, e così costruisce mondi liberi attorno a questi "fare l'amore" che non smettono mai. Sei Gesù di Nàzaret, amato, desiderato, vissuto dono d'amore vivo, che si completa solo nell'Infinità Amante, nella vita senza fine.
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