Omnia

vincit amor, scrive Virgilio, e tu sei d'accordo, Gesù, e l'hai fatto, non scritto.
Qui ce l'hai con l'ipocrisia religiosa, e condivido molto questa tua avversione. Ma non è la tua durezza contro chi usa D** come arma di successo, e quindi di guerra, a colpirmi oggi, ma l'alternativa che poni. La vita e l'amore che ci raccomandi. Ascoltiamo la tua voce con attenzione innamorata e passione innocente, per quanto siamo capaci di essere e fare in questa vita, con il tuo aiuto.
"Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli, dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».".
Parli ai tuoi, all'Israele del tuo tempo, e quindi possiamo e dobbiamo sostituire i filattèri con i ceri delle chiese, con i cori nelle celebrazioni liturgiche, con i poteri della istruzione religiosa, con i fucili mitragliatori usati per imporre l'etica che pensiamo sia giusta. L'ipocrisia religiosa è sempre, e semplicemente, usare il Nome, sempre santo, di D** e qualcuna delle sue funzioni antropologiche e culturali per raggiungere il successo sociale, e il potere politico e culturale connesso.
«Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente» e quindi sparano e uccidono, qualsiasi nome si diano nelle loro lingue e comunque sia raffigurato D** amore nelle loro bestemmie.
Tu ci chiedi umiltà, disponibilità a essere dono, a farci essere un dono necessario, come l'acqua, il sale, il lievito, la luce.
«Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo».
Dobbiamo essere sorelle e fratelli impegnate e impegnati nel servizio reciproco, nell'amore che omnia vincit. Seguendo te che ci sei stato regalato da D** perché anche noi diventiamo come te, regali di D** e contributi, modesti, certo, ma anche  liberi, a quell'amore che vince , che ha già vinto tutto con la tua croce e risurrezione.
ciao r

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