La lotta di D**

è toglierci dalla morte, liberarci dal male, darci la vita che è amore.
Conosco D** che mi ama. Conosco D** che ha creato il mondo e le bellezze del mondo, solo perché mi ama. Conosco D** che mi vuol vedere vivere nell'amore, nella libertà, nella bellezza, nella felicità e non capisce, letteralmente non intende perché mi incarto e mi lego nel buio e nel dolore di tante catene e lame affilate, così da ferirmi e stare male, anziché seguire le sue indicazioni, le strade dove mi aspetta e dove mi nutre di miele dalla roccia e di fior di farina. Conosco D** che tu mi regali e mi descrivi, Gesù di Nàzaret, amico e sposo. Parola di Dio che si regala a noi, a me, come cibo, bevanda, amore, riposo. Vita, da gustare profondamente.
"Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi ma prendono cibo con mani impure?». 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: 
Questo popolo mi onora con le labbra, 
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto, 
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l’uomo».".
L'amore non si impara, lo si conosce, se ne fa esperienza. Ed è, sempre, una esperienza sconvolgente, piena di tensioni, eppure con una forza che libera, che ci libera. Ma da che cosa libera l'amore?
E poi, che c'entra l'amore, Gesù? qui tu ci parli di purità, di riti, di lavarsi le mani. Che male c'è a lavarsi le mani? è una buona misura igienica. Dov'è il problema?
Ci dici che bisogna onorare D** con il cuore, con tutta la libertà e la profondità della mia vita. Invece onoro D** con riti pubblici, magari belli e importanti, ma dove posso recitare una parte: mi lavo le mani con cura per essere puro per il rito, mentre nel mio cuore mi lavo le mani di tutte le sofferenze e le sventure che mi circondano e che, magari, provoco anche io. A D** e alla Sua ricerca d'amore, di un libero scambio d'amore che vive ogni giorno nel mio spazio-tempo, preferisco gli idoli dei tristi compromessi umani: «Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Perché facciamo così, Gesù? Perché il male ci abita e possiamo eliminarlo solo praticando, ogni giorno e ogni momento, quest'amore che D** ci propone in te e con te. Solo amando come D** ci ama, cioè amando con te e come te, lasciandoci trasformare da te in amore, solo così permettiamo che D** ci liberi dal male e ci metta nelle grandezze di ogni gioia di amare e farsi amare.
ciao r

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