Il dolore di

ascoltare a cuore aperto le nostre vite.
C'è poco da dire, Gesù, su questo tuo Vangelo, su questa tua buona e bella notizia, e che forse sarebbe meglio tradurre con "notizia bella-buona". Questo "poco da dire" lo dico dopo. Adesso solo la piccola nota che mi stai suonando di mettermi ad ascoltare il tuo dolore. Il dolore di chi offre tutto l'amore che è, e che ha, e lo vede non solo rifiutato, ma sopratutto falsificato a fini di potere umano, cioè di quelle circostanze di dominio e violenza che durano pochissimi spazi-tempi, così piccoli che spariscono nelle durate enormi dentro cui viviamo. Cosa sono, infatti, i pochi decenni di potere di Gengis Khan o di Giulio Cesare o di Qin Shi Huangdi o le scelte di esistenza di una Cleopatra, di una Saffo, di una Emily Dickinson davanti ai circa 4 (quattro!) MILIARDI di anni terrestri che vedono la "vita" (qualsiasi cosa sia, esattamente) esistere su questo pianeta Terra, così periferico nel coro di questi Multiversi esistenti, cantori incessanti della gloria di D** Altissimo Amore Amante? Che sono i nostri corti spazi-tempi davanti a D** Eterno Amare incarnato in te?
Allora ascoltiamo la tua voce, Gesù di Nàzaret, tu che sei il "più amato", il "diletto", colui che è l'Amore Amante di D** nella nostra carne. Ascoltiamo, ne va della vita.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.  Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Mi pare necessario ribadire che non ce l'hai con gli «scribi e farisei ipocriti». Certo, sono loro il tuo contesto, ciò con cui hai a che fare, ma non ce l'hai con loro in quanto tali. Sono anche brave persone, di quelle che cercano l'obbedienza a D** e si sentono migliori degli altri proprio per questo, ed è qui il loro errore: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo» (Lc 18,9-14).
Davanti a questo orgoglio cieco, che si priva dell'Amore D**, tu esprimi il tuo dolore, il dolore di D** Amore Amante, per la nostra persistente e dura ipocrisia. Allora proviamo a rispondere anche noi alle tue domande, rendendole però attuali alle nostre vite e alle circostanze in cui viviamo.
«Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? [...] Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta?».
Che cosa è più grande, Gesù: la tua vivente e reale presenza nell'eucaristia o la lingua e le parole esatte con cui celebriamo e rinnoviamo, rendiamo sempre più attuale, il tuo sacrificio di passione e amore?
ciao r

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